martedì 24 gennaio 2012

Gli irlandesi contro la banca-zombie


Manifestare per il debito di paesi come lo Zimbabwe, l’Egitto, l’Ecuador e l’Indonesia e poi trovarsi di fronte all’ambasciata irlandese a Londra. E’ il percorso degli attivisti, presentatisi davanti alla legazione del paese dal trifoglio vestiti da zombie per protestare contro il debito che prosciuga le risorse pubbliche del Paese. Ne parla il Guardian.

LA CRISI – Secondo molti analisti, la crisi irlandese ha parecchio in comune rispetto ai problemi dei paesi in via di sviluppo. Il Paese è in ginocchio a causa del debito pubblico, originato non da una spesa incontrollata ma da un sistema finanziario senza scrupoli che ha giocato sul futuro del Paese. Senza che ne fossero consapevoli, quindi, gli irlandesi si sono trovati alle prese con debiti per miliardi di euro.

LA CADUTA DI ANGLO-IRISH - L’ultimo baluardo di questo tipo di capitalismo è rappresentato dalla banca Anglo Irish, la responsabile della caduta dell’isola verde nel baratro. La banca ha alimentato per anni la bolla immobiliare speculativa irlandese, senza alcun rispetto per gli investitori. Basti pensare che tra i clienti ci sono 15 persone che custodiscano almeno 500 milioni di euro ciascuno, per un totale di 7 miliardi e mezzo di euro di disponibilità solo per i depositi.IL DISCUSSO SALVATAGGIO - Quando scoppiò la bolla speculativa, lo Stato fu costretto a nazionalizzare la banca, anche se non avrebbe avuto ruoli futuri nell’economia del Paese, come confermato dal professor Morgan Kelly, secondo il quale “veniva guidata, così come Nationwide, con evidenti scopi speculativi. Sarebbe stato meglio buttare alle ortiche 1 miliardo e mezzo di euro piuttosto che usarli per tenere in vita Anglo Irish Bank”. Oggi Anglo Irish si chiama “Irish Bank Resolution Corporation”, un’istituzione zombie il cui scopo è incanalare i soldi dallo Stato a un gruppo di obbligazionisti, con procedure oscure e mai comprese dalla popolazione irlandese.

GLI AIUTI – Il Paese del trifoglio non è morto grazie agli aiuti ottenuti dalla Banca Centrale Europea, dal Fondo Monetario Internazionale e dall’Unione Europea. In questo modo lo Stato può almeno pagare gli investitori privati, tra i quali la stessa Banca Centrale Europea che ha ricordato alle autorità irlandesi di essere tra i creditori, a differenza ad esempio del Fondo Monetario Internazionale. A oggi lo Stato irlandese ha pagato 7 miliardi di euro agli investitori di Anglo Irish. Il prossimo pagamento, di 1.25 miliardi, verrà pagato il 25 gennaio.

LE PROTESTE – Il popolo irlandese ha però smesso di accettare la situazione e ha cominciato a protestare. Gli attivisti hanno dato il via a una campagna il cui obiettivo è quello di arrivare a una sospensione dei pagamenti agli investitori di Anglo Irish. “Il debito non ci appartiene e non dobbiamo pagare”, queste le parole scandite dal gruppo “Debt Action Network”, di recente formazione. I debiti di Anglo Irish costeranno all’Irlanda, nei prossimi 20 anni, almeno 47,9 miliardi di dollari, il tutto senza considerare gli interessi legati a nuove richieste di prestito da parte dello Stato per pagare i debiti. La maggior parte di questi soldi verranno forniti, ovviamente non gratis, dalla Banca Centrale Europea, la quale ha consentito al governo irlandese, sbagliando, di restituire i soldi agli obbligazionisti spericolati che hanno portato il Paese sull’orlo del baratro.

I TAGLI - Le misure imposte dalla BCE per rientrare nei limiti previsti dai trattati europei hanno portato a grandi tagli nel budget del Paese, nella riduzione del salario minimo e a una contrazione dell’economia del 15 per cento, con il 15 per cento di disoccupazione. Il governo irlandese ha di fatto perso la sua sovranità, in quanto incapace di controllare la sua politica economica e impossibilitato a fare gli interessi dei suoi elettori.

E IL FUTURO? - Dal canto suo il Governo è convinto del fatto che uno stop al pagamento delle obbligazioni di Anglo Irish farebbe scoppiare una bomba in tutta Europa. Se l’Irlanda smettesse di pagare, la Banca Centrale Europea coprirebbe il buco con una nuova emissione di moneta. La procedura avrebbe l’effetto di mitigare la deflazione europea. Ma così facendo la politica di austerità nei confronti dell’Irlanda peggiorerebbe, e a quel punto sarebbero le zone rurali e arretrate del Paese a pagarne le conseguenze. L’Europa ha bisogno di una mossa cancella-debito simile a quella africana degli anni ’90 e allo stesso tempo ha bisogno di governi capaci di respingere quel sistema finanziario che preferisce alla vita dei suoi cittadini la rendita speculativa.

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