domenica 31 dicembre 2017

LI FUORI CE NE SONO DUE MILIONI

Faccia a faccia con tonnellate di non morti in They Are Billions
Là fuori ce ne sono davvero a miliardi, non solo di stelle ma anche di cadaveri ambulanti, tutti in cerca della poca carne sana rimasta ancora sulla terra. Carne attaccata alle ossa di sparuti coloni il cui destino è legato alle difficili decisioni del giocatore, salvatore dell'umanità in uno strategico tutto single player che ci trascina nella cupa ambientazione steampunk di un mondo post-apocalittico sull'orlo del baratro. Il successo su Steam è già stato certificato da tantissime copie vendute in Accesso Anticipato, ora cerchiamo di capire se oltre a una bella idea c'è anche di più.
Ancora in Early Access, They Are Billions conta come unica modalità disponibile un'impegnativa sfida che ci vede impegnati a sopravvivere a diverse ondate di non morti, con l'obiettivo di sconfiggere un'orda finale tanto densa riempire un'intera schermata. Ma sebbene sia destinata ad essere affiancata da una campagna che promette un'esperienza più completa, la modalità survival è comunque più che sufficiente per godere a pieno delle meccaniche del gioco targato Numantian Games. Al centro di tutto c'è il giocatore, capo di una colonia costretta a sfruttare ogni risorsa disponibile per difendersi da ondate di non morti pronte a cancellare ogni traccia residua di umanità dalla Terra. Miniere, boscaioli, cacciatori e pescatori forniscono i materiali necessari per far nutrire la popolazione e fa crescere la colonia, mentre le strutture energetiche espandono i confini della zona edificabile, permettendoci di raggiungere nuovi boschi, nuovi specchi d'acqua e giacimenti di ferro, necessari per costruire determinate strutture e unità. Il nostro compito è quello di piazzare le strutture nei punti giusti, laddove il quantitativo di risorse raccolte è maggiore, tenendo al contempo in considerazione quali costruire prima e su quali evoluzioni puntare. Se le difese basilari e gli arcieri possono essere efficaci di fronte a sparuti numeri di zombie, per fronteggiare le armate e dare la caccia ai cadaveri ambulanti prima che l'orda finale ci investa è indispensabile avere a disposizione unità corazzate, che tra l'altro dispongono di armamenti particolarmente efficaci contro gruppi di non morti. Arrivare a costruirle però non è per nulla facile, almeno durante le prime partite. Le mappe generate casualmente possono mettere a dura prova le nostre capacità gestionali, offrendo al nemico innumerevoli punti di accesso alla zona in cui è piazzato il nostro quartier generale, cosa che ci costringe a prestare molta attenzione sia alla disposizione delle difese, inizialmente scarne, sia nei confronti di qualsiasi minaccia, fosse anche un solo non morto vagante, visto il rischio che anche un solo morso metta fine alla nostra opera di ricostruzione. Una volta infettati i nostri coloni si trasformano rapidamente in nemici pronti a distruggere tutto dall'interno, mentre orde di non morti minacciano le difese esterne che cedono rapidamente quando ad assalirle sono decine e decine di zombie. Sono miliardi, dicevamo, e benché il numero non sia davvero così esagerato, ci troviamo ad affrontare vere e proprie orde fameliche in uno strategico dal livello di sfida decisamente elevato, almeno durante le prime partite.
Benché They Are Billions sia all'osso un classico strategico basato sulla raccolta delle risorse, ci sono alcune particolarità, come la natura della minaccia che dobbiamo affrontare, che lo rendono peculiare. Le uniche unità che possiamo controllare direttamente sono quelle offensive, mentre i lavoratori ci lasciano modo di controllare sempre che nessuno zombie superi le nostre difese, occupandosi delle loro faccende in modo del tutto automatico. Siamo però costretti ad alloggiarne parecchi, costruendo le apposite tende, perché ogni struttura e unità ha un costo in coloni. Non mancano inoltre strutture che consentono di sbloccarne delle altre, fattore che ci costringe a piazzare un gran numero di generatori in modo da espandere l'estensione della colonia. Tutto questo ci porta a dover gestire tonnellate di edifici e difese che mettono in primo piano la fase di pianificazione architettonica, da seguire senza fretta calcolando minuziosamente le risorse che scarseggiano sempre più, anche inviando unità per la mappa a cercarne di quelle abbandonate prima dell'apocalisse, che si fanno sempre più essenziali nelle situazioni avanzate. Il compito, lo abbiamo detto, non è facile, complice una curva di apprendimento tutt'altro che banale, e può spesso capitare che una distrazione ci lasci in brache ti tela di fronte a una valanga di bocche fameliche. Ma prendendo dimestichezza con le meccaniche che includono una pausa attiva, durante la quale possiamo selezionare le unità o pianificare costruzioni e upgrade, diventa senza dubbio possibile avanzare in un gioco che ci porta attraverso quattro diverse ambientazioni tutte decisamente curate. Inoltre la difficoltà può essere personalizzata, alterando sia il numero di giorni a disposizione per portare a casa la pellaccia che il numero di non morti presenti nella mappa, al costo però del punteggio finale che per il momento è l'unico vero riconoscimento, escludendo la possibilità di sbloccare nuove ambientazioni. Il tutto mentre gli occhi sono deliziati da una veste grafica curata e particolareggiata, piacevole sia nelle scelte stilistiche sia nella qualità delle animazioni e dei disegni attraverso i quali ci vengono presentati anche i sindaci; questi ultimi rappresentano un'altra meccanica interessante, che ci mette a disposizione unità particolari o bonus una volta che la nostra colonia raggiunge determinate quote di popolazione
Pur godibile, lo strategico di Numantian Games è ancora in fase embrionale ed è destinato ad affrontare cambiamenti che speriamo includano qualche nuova unità intermedia e magari un editor, strumento capace di compensare la mancanza di dinamiche multiplayer e di estendere la speranza di vita di They Are Billions. Inoltre ci aspettiamo di vedere continue rifiniture al codice, sebbene l'ottimizzazione del motore sviluppato internamente appaia già piuttosto buona e non solo dal punto di vista delle prestazioni. Qualche glitch infatti lo abbiamo notato, così come qualche exploit legato all'IA, ma non abbiamo riscontrato bug in grado di compromettere l'esperienza e questo anche grazie all'efficienza di un supporto che garantisce update continui. E lo è nonostante il team sia al lavoro sulla campagna che dovrebbe arrivare nel 2018 e promette mappe realizzate a mano, personaggi non giocanti e una vera e propria storia capace di esaltare ulteriormente la già ottima atmosfera. Non a caso, intrigati da uno strategico che conta già parecchi fan, la aspettiamo con trepidazione, pregustando un lavoro di citazioni e battute ironiche che già si intravede nelle pur poche righe di testo incluse nella versione attuale. Nel frattempo ci godiamo la componente survival che può non piacere a tutti, anche a causa della curva di apprendimento che risulta tutt'altro che immediata, nonostante le meccaniche molto intuitive e la più che valida interfaccia grafica. Ma proprio per questo rappresenta un ottimo allenamento strategico e può regalare grosse soddisfazioni, anche solo squisitamente visive, quando riusciamo a spazzare via l'impegnativa orda finale. Tra l'altro, come ciliegina finale, They Are Billions viene attualmente venduto a un prezzo decisamente abbordabile ed è bene tenere conto del fatto che diventerà più costoso, speriamo non eccessivamente, quando la componente narrativa sarà finalmente disponibile.

7° TWD IN BLU RAY

La settima stagione di The walking dead approda in blu-rayQuando, nell'autunno 2010, venne trasmessa per la prima volta, se ne discusse non poco, tanto che apparvero più che evidenti i primi segnali per l'esplosione di una vera e propria zombie-mania, atta a rilanciare una volta per tutte la figura del disgustoso morto vivente ghiotto di carne umana, da tempo soppiantata da quella più rassicurante del sensuale vampiro bello proto-"Twilight".
Una zombie mania che avrebbe portato addirittura, tre anni più tardi, alla realizzazione del kolossal "World War Z" interpretato da Brad Pitt, ma che, appunto, manifestò i suoi primissimi segnali grazie al notevole successo riscosso da "The walking dead", basata sull'omonima graphic novel horror - creata da Robert Kirkman e illustrata da Tony Moore per i primi sei numeri e da Charlie Adlard per i successivi - pubblicata dalla Image Comics a partire dall'Ottobre 2003.
Una serie televisiva dietro il cui concepimento vi fu il kinghiano Frank Darabont in vesti di produttore esecutivo, nonché di regista e sceneggiatore di alcuni episodi, e che partì dal risveglio dal coma del poliziotto Rick Grimes alias Andrew Lincoln, il quale si ritrovava nella sua pacifica cittadina del Kentucky apparentemente deserta, ma che scopriva presto essere stata invasa dagli zombi.
Un pilot di oltre un'ora che provvide a fare da introduzione alle successive cinque puntate che, della durata di quarantacinque minuti ciascuna, costituirono la prima stagione di quello che si è rivelato immediatamente un autentico fenomeno del sempre più violento piccolo schermo d'inizio terzo millennio.
Una prima stagione che non mancò neppure di tirare in ballo sottotesti alla George A. Romero relativi alla convivenza forzata alla fine dell'umanità, sguazzando tra abbondanza d'azione, smembramenti, sequenze di cannibalismo e, ovviamente, salme camminanti lente e dinoccolate, quindi tutt'altro che propense ad abbracciare la moda dei morti viventi scattanti della Settima arte del XXI secolo.
Tutti elementi che non hanno potuto fare a meno di essere sfruttati anche nelle successive e decisamente più lunghe sette stagioni del telefilm (l'ottava è arrivata sui teleschermi italiani nell'Ottobre 2017), delle quali la settima - come già avvenuto con le precedenti - approda ora su supporto blu-ray sotto il marchio Twentieth Century Fox, divisa in cinque dischi che ne contengono i sedici episodi completi.
Cinque dischi racchiusi in custodia amaray inserita in slipcase cartonato e che offrono, quindi, l'ottima occasione per poter rivivere in alta definizione il momento in cui il sopra menzionato Rick e il suo gruppo si sono trovati costretti a piegarsi alla volontà del brutale Negan interpretato da Jeffrey Dean Morgan, pronto ad uccidere spietatamente tramite l'uso di una mazza e con il quale, a quanto pare, è impossibile ragionare.
Una circostanza che porta il protagonista a capire che devono prepararsi alla guerra e che, per poter vincere e ribellarsi al sempre più sadico Negan e al suo esercito, gli occorrerà molto più delle provviste e degli abitanti di Alexandria.
Segnando l'ennesimo inizio della ricerca di cibo, armi e nuovi combattenti che, destinata ad approdare ad un colpo di scena finale nella novantanovesima puntata "Il primo giorno del resto della tua vita", caratterizza una stagione maggiormente incentrata sulle attese ed i dialoghi che sulle sequenze che pongono al proprio centro i famigerati, temuti vaganti.
Sebbene, tra uno scontro con uno di essi dal corpo irto di lame, un lago e un parco dei divertimenti infestati, non risultino affatto assenti memorabili situazioni in cui sono coinvolti. Mentre i consueti rapporti tra i diversi personaggi vengono ulteriormente sviluppati e, oltre all'entrata in scena di un tale che si fa chiamare re Ezekiel in quanto posto a capo di un regno, provvedono la scoperta di alcuni sopravvissuti che vivono in una discarica e di una comunità composta da sole donne ad infittire ancora di più la trama.
Con quasi venti minuti di scene tagliate divise nei contenuti extra del primo, secondo, quarto e quinto disco e diversi estratti video che arricchiscono quest'ultimo.
Infatti, oltre a nove minuti riguardanti il lavoro svolto dagli scenografi per costruire il nuovo set, ne abbiamo sette incentrati sui personaggi uccisi, altrettanti sulle guerriere, otto relativi ai nuovi zombi della serie e tre di conversazione con gli sceneggiatori.
Senza contare i cinque minuti ciascuno di "Distruggere e ricostruire" e "Un nuovo capitolo della paura", featurette mirate a fornire uno sguardo rivolto alle argomentazioni di questa settima stagione di "The walking dead".

domenica 17 dicembre 2017

GAME OVER FERRARA

La copertina del videogioco
Un centro storico post-apocalittico con edifici in rovina, monumenti ricoperti dalla vegetazione e un popolo di zombie che si aggira per le strade cittadine assetato di sangue. E’ l’ambientazione horror di «Game over Carrara», il videogame che Elvis Morelli sta sviluppando in questi giorni al laboratorio di San Martino. E proprio al ‘Lab0’ stanno confluendo per farsi fotografare – complice un fortunato passaparola su Facebook – comparse e protagonisti del videogioco, nelle versioni ‘sopravvissuto’ o ‘zombie’. Le loro foto con gli strumenti più disparati (armi, seghe elettriche, pennati, archi, bazooka) stanno spopolando sui social. La trama vuole infatti che in una città che ha subito, in un tempo imprecisato, un evento che l’ha trasformata in città fantasma, squadre di sopravvissuti si organizzino per combattere gli zombie. Come nei migliori horror games o nei più classici horror movies chi viene morso da uno zombie diventa anch’esso un morto vivente. Il giocatore sarà unico, e avrà perso la memoria. Toccherà ai sopravvissuti aiutarlo a muoversi in una città irriconoscibile. Seguendo i loro indizi il giocatore si muoverà cercando di ricostruire la sua storia e quella della città. Protagonisti saranno anche i monumenti, le strade, le piazze: oltre all’interazione con i sopravvissuti, per recuperare la memoria occorrerà rispondere a quesiti ed enigmi sulla storia e la cultura cittadina, raccogliere vari oggetti, interagire con l’ambiente circostante e costruire, tassello dopo tassello, la trama che dovrà portare a scoprire l’evento misterioso che ha provocato la catastrofe. Ma l’originalità del gioco è un’altra. Non si tratterà solo di un’avventura digitale, ma si potrà interagire fisicamente con la città e portare i giocatori dal videogame alla realtà. Il progetto prevede il coinvolgimento di commercianti del centro: presentandosi nei locali affiliati (riconoscibili con un adesivo del gioco) il giocatore potrà sbloccare vari codici per acquisire punti o bonus utili ad arricchire il gioco e svelarne i misteri. E anche questo il senso di «Game over Carrara»: passare dal virtuale al reale, rivitalizzare la città divertendosi, incontrandosi, visitando monumenti e locali del centro. Nelle intenzioni del suo creatore, lo stesso titolo vuole suggerire sia la fine del gioco come nei videogame (Game over) che il gioco all’interno della città (Over Carrara in inglese significa per Carrara, intorno a essa). «L’idea – racconta Morelli – è nata dopo alcuni fotomontaggi realizzati in maniera ironica su un’ipotetica città post-apocalittica. Le foto hanno ricevuto molti consensi, tanto che ho deciso di sviluppare un concept per trasferire le mie ambientazioni in una narrazione più ampia. Ho scelto la forma del videogame soprattutto perché è una delle forme comunicative più attuali dei nostri giorni: non solo intrattenimento, ma anche racconto, apprendimento, cultura, interazione. Nell’era digitale è più difficile mettere un libro nelle mani di un ragazzo che togliergli il tablet o il cellulare»

domenica 10 dicembre 2017

IL RITORNO SULLA TAVOLA DI RESIDENT EVIL

Resident Evil 2
Dopo Dark Souls, Cosmic Games, la divisione di Cosmic Group dedicata al mondo dei giochi, porterà in Italia il gioco da tavolo Resident Evil 2. Tutto merito di un accordo distributivo stretto con Steamforged Games. Frutto di una campagna Kickstarter di successo, ancora non si ha una data di uscita precisa, ma Cosmic Games parla del 2018 come anno di lancio. Realizzato con il beneplacito della Capcom, il boardgame Resident Evil 2 si configura come un survival horror competitivo. Si gioca da un minimo di 1 a un massimo di 4 giocatori. Costoro dovranno impersonare uno dei personaggi famigliari a chi conosce il videogame (e serie animate e film), in modo da avventurarsi poi nelle strade ed edifici infestati di zombie di Raccoon City. Potrete scegliere fra Leon S. Kennedy, Robert Kendo, Claire Redfield e Ada Wong. Ciascun personaggi ha caratteristiche e regole speciali, basate sulla sua personalità e capacità.
Nel gioco da tavolo Resident Evil 2 dovrete sopravvivere a orde di nemici mostruosi e sfide impossibili. Il gioco è particolarmente ricco: oltre alla plancia di gioco, alle carte e ai dadi, troverete tantissime miniature dettagliate ad attendervi. Dovrete gestire correttamente le risorse e adattarvi alla meccanica Tension Deck che permette sia ai nuovi giocatori che ai veterinari del settore un'esperienza più avvincente. Proprio come nel videogioco, dovrete esplorare luoghi pericolosi e inquietanti alla ricerca di indizi, attrezzature e armi, fondamentali per rimanere in vita. Inoltre si tratta di un gioco cooperativo: i giocatori dovranno collaborare fra di loro per avere successo, se anche un solo personaggio muore, la partita è persa. Zombie e mostri possono celarsi dietro ogni porta, ogni finestra è un'incognita, ogni stanza potrebbe nascondere cani zombie o mostri ancora peggiori.

HAMBURGER CON CARNE INFETTA

È la fine del mondo. L’umanità sta per collassare, tramutata in un’orda di zombi per delle motivazioni sconosciute, forse per l’ingordigia del palato, o per chissà quale altra astrusa spiegazione. Il nostro alter ego virtuale è un cuoco ambulante, proprietario di un simpatico camioncino tramite il quale riesce a preparare deliziosi panini, patatine, pizze e bevande alla spina, vivande in grado, appunto, di curare il morbo dei morti viventi.
L’avventura si compone di trenta livelli, ciascuno dei quali si svolge alla stessa maniera: visuale in soggettiva, ingredienti nella parte sinistra, strumenti di cottura sulla destra, e la fetta centrale adibita alla farcitura dei prelibati sandwich al sesamo, densi di grassi saturi.
Lo scopo è quello di cuocere la carne, la frittura e le pizze, tenendo d’occhio i tempi di cottura, con cui farcire poi i panini più alti di sempre, chiuderli con l’apposita fetta di pane superiore e lanciarli materialmente contro gli zombi: a seconda delle componenti degli hamburger, questi faranno del cosiddetto “danno” ai nemici, la cui barra della vita, una volta esaurita, muterà il senza-cervello in umano. Chiaramente, dovrete fare in modo di tenere lontani i mostri dal camioncino: l’avanzata può essere momentaneamente fermata con i drink, che bisognerà dosare proprio per permettervi di avere più tempo possibile per cucinare e impilare sempre più ingredienti in un unico panino.
La valutazione della prestazione culinaria del giocatore, poi, gira attorno al punteggio, e al classico sistema a tre stelle: un voto massimo vi ricompenserà con un oggetto consumabile fuori dal comune, come gatti della fortuna, shuriken e tante altre diavolerie, che potranno essere scagliati nei momenti d’emergenza, o infilati nei sandwich come “ingredienti segreti”.
Il sistema di controllo invece supporta sia il classico Dualshock, che la coppia di PlayStation Move, e l’esperienza con questi ultimi è nettamente superiore in termini di naturalezza, perché si prendono i pomodori, l’insalata e quant’altro con l’illusione dell’utilizzo delle proprie mani, mentre il controller sfrutta solo marginalmente i sensori di movimento, relegando il tutto ad una semplice pressione di pulsanti. Vi consigliamo comunque di giocare in piedi e in una stanza abbastanza ampia, possibilmente senza ostacoli nel cono visivo della PS Camera, altrimenti la giocabilità ne risentirà parecchio.
Non fatevi intimorire dalla banalità dell’idea di base, perché le dinamiche sono molto vivaci e vi faranno sudare e divertire allo stesso tempo: la pecca più grande, però, dimora nella scarsa varietà. L’ambientazione è sempre la stessa di livello in livello, una comune strada di una città nipponica, e il gioco fa poco per diversificarsi.
Ogni missione, almeno, vanta un modificatore particolare, come la velocità di cottura duplicata o gli zombi obesi, cheerleader o vegetariani, e la meccanica è solida quanto basta per ammorbidire l’eventuale monotonia. La grafica, come accennavamo, si ispira al mitico House of the Dead, ponendo l’accento più sulla caricatura che sull’orrore: il risultato non fa certo gridare al miracolo, eppure si fa piacere, risultando pulito e più che godibile, insieme agli effetti sonori alquanto bizzarri.

domenica 3 dicembre 2017

LA TERZA NOTTE DEI MORTI VIVENTI

A circa tre anni di distanza dall’uscita del primo volume, e a quasi cinque mesi dalla scomparsa del compianto George A. Romero arriva il terzo episodio de LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI. Il libero adattamento a fumetti del capolavoro cinematografico, realizzato da Jean-Luc Istin e Elia Bonetti, si concluderà proprio con questo albo, disponibile in fumetteria, libreria e Amazon a partire dal 6 Dicembre 2017.
Dopo che Mandy ha deliberatamente aperto le porte dell’hotel Montval, la zona è infestata da zombie. Ma questo non è l’unico pericolo: mentre si avviano verso l’uscita, Lizbeth, Teo e Leland sono minacciati alcune vecchie conoscenze di Hodge, il proprietario dell’hotel. Il mondo intero è in preda al caos, ma John continua la ricerca di sua moglie…

LA VALLE DELLA MORTE

Tra le novità di Lucca Comics & Games 2017 merita una menzione Deadland, titolo della Giochi Uniti ideato da quel Sergio Roncucci che già si era messo in mostra con Orgasmo e Gomorraland. La sua ultima creazione si inserisce nell'iper-inflazionato mondo degli zombie che, tra film, serie televisive, fumetti, romanzi e giochi, conta ormai un numero altissimo di produzioniGrazie alla sue caratteristiche, Deadland riesce a non finire in un calderone già zeppo, mettendosi in mostra per la semplicità delle regole e per le dinamiche difficili da riscontrare in altri giochi da tavolo.
Tra i pochi scampati a un'epidemia che ha trasformato quasi tutti gli abitanti in morti viventi, i giocatori devono riuscire a salvarsi sopravvivendo alle orde nemiche fino all'arrivo dei soccorsi. Per riuscire nel proprio scopo ognuno potrà optare per un certo tipo di approccio, sia questo cooperativo con gli altri membri della squadra o sia invece ispirato alla filosofia del chi fa per sé fa per tre. Bisogna però sempre fare attenzione al livello di infezione: quando questo è troppo elevato ci si trasforma in un morto vivente e a quel punto l'obiettivo sarà infettare anche tutti gli altri giocatori. Proprio questa dinamica si rivela interessante: da potenzialmente cooperativo, Deadland si trasforma facilmente in un competitivo a squadre.
Le regole sono semplici, tanto che il titolo non ostacola la partecipazione di neofiti. Per quanto scali abbastanza bene, Deadland rende al meglio quando si è almeno in quattro, lasciando però che la durata non vada a modificarsi più di tanto.
Muovendosi tra i diversi luoghi -colonia, strade, stazione di polizia, ospedale e supermercato- i giocatori potranno cercare oggetti utili per la propria sopravvivenza, scambiarseli e collaborare nel tentativo di giungere incolumi a fine partita. Allo stesso tempo rischieranno però di venire infettati per colpa di alcune carte che potranno far incrementare il livello di infezione da uno fino a otto -questo capita quando si pesca una carta con un livello di infezione superiore di uno a quello attuale del personaggio-.
Una maggior variazione è data dalle carte ruolo: questa, una volta svelata dal giocatore, offrirà al contempo un bonus immediato al personaggio ma anche un malus costante nel tempo.