domenica 31 dicembre 2017

LI FUORI CE NE SONO DUE MILIONI

Faccia a faccia con tonnellate di non morti in They Are Billions
Là fuori ce ne sono davvero a miliardi, non solo di stelle ma anche di cadaveri ambulanti, tutti in cerca della poca carne sana rimasta ancora sulla terra. Carne attaccata alle ossa di sparuti coloni il cui destino è legato alle difficili decisioni del giocatore, salvatore dell'umanità in uno strategico tutto single player che ci trascina nella cupa ambientazione steampunk di un mondo post-apocalittico sull'orlo del baratro. Il successo su Steam è già stato certificato da tantissime copie vendute in Accesso Anticipato, ora cerchiamo di capire se oltre a una bella idea c'è anche di più.
Ancora in Early Access, They Are Billions conta come unica modalità disponibile un'impegnativa sfida che ci vede impegnati a sopravvivere a diverse ondate di non morti, con l'obiettivo di sconfiggere un'orda finale tanto densa riempire un'intera schermata. Ma sebbene sia destinata ad essere affiancata da una campagna che promette un'esperienza più completa, la modalità survival è comunque più che sufficiente per godere a pieno delle meccaniche del gioco targato Numantian Games. Al centro di tutto c'è il giocatore, capo di una colonia costretta a sfruttare ogni risorsa disponibile per difendersi da ondate di non morti pronte a cancellare ogni traccia residua di umanità dalla Terra. Miniere, boscaioli, cacciatori e pescatori forniscono i materiali necessari per far nutrire la popolazione e fa crescere la colonia, mentre le strutture energetiche espandono i confini della zona edificabile, permettendoci di raggiungere nuovi boschi, nuovi specchi d'acqua e giacimenti di ferro, necessari per costruire determinate strutture e unità. Il nostro compito è quello di piazzare le strutture nei punti giusti, laddove il quantitativo di risorse raccolte è maggiore, tenendo al contempo in considerazione quali costruire prima e su quali evoluzioni puntare. Se le difese basilari e gli arcieri possono essere efficaci di fronte a sparuti numeri di zombie, per fronteggiare le armate e dare la caccia ai cadaveri ambulanti prima che l'orda finale ci investa è indispensabile avere a disposizione unità corazzate, che tra l'altro dispongono di armamenti particolarmente efficaci contro gruppi di non morti. Arrivare a costruirle però non è per nulla facile, almeno durante le prime partite. Le mappe generate casualmente possono mettere a dura prova le nostre capacità gestionali, offrendo al nemico innumerevoli punti di accesso alla zona in cui è piazzato il nostro quartier generale, cosa che ci costringe a prestare molta attenzione sia alla disposizione delle difese, inizialmente scarne, sia nei confronti di qualsiasi minaccia, fosse anche un solo non morto vagante, visto il rischio che anche un solo morso metta fine alla nostra opera di ricostruzione. Una volta infettati i nostri coloni si trasformano rapidamente in nemici pronti a distruggere tutto dall'interno, mentre orde di non morti minacciano le difese esterne che cedono rapidamente quando ad assalirle sono decine e decine di zombie. Sono miliardi, dicevamo, e benché il numero non sia davvero così esagerato, ci troviamo ad affrontare vere e proprie orde fameliche in uno strategico dal livello di sfida decisamente elevato, almeno durante le prime partite.
Benché They Are Billions sia all'osso un classico strategico basato sulla raccolta delle risorse, ci sono alcune particolarità, come la natura della minaccia che dobbiamo affrontare, che lo rendono peculiare. Le uniche unità che possiamo controllare direttamente sono quelle offensive, mentre i lavoratori ci lasciano modo di controllare sempre che nessuno zombie superi le nostre difese, occupandosi delle loro faccende in modo del tutto automatico. Siamo però costretti ad alloggiarne parecchi, costruendo le apposite tende, perché ogni struttura e unità ha un costo in coloni. Non mancano inoltre strutture che consentono di sbloccarne delle altre, fattore che ci costringe a piazzare un gran numero di generatori in modo da espandere l'estensione della colonia. Tutto questo ci porta a dover gestire tonnellate di edifici e difese che mettono in primo piano la fase di pianificazione architettonica, da seguire senza fretta calcolando minuziosamente le risorse che scarseggiano sempre più, anche inviando unità per la mappa a cercarne di quelle abbandonate prima dell'apocalisse, che si fanno sempre più essenziali nelle situazioni avanzate. Il compito, lo abbiamo detto, non è facile, complice una curva di apprendimento tutt'altro che banale, e può spesso capitare che una distrazione ci lasci in brache ti tela di fronte a una valanga di bocche fameliche. Ma prendendo dimestichezza con le meccaniche che includono una pausa attiva, durante la quale possiamo selezionare le unità o pianificare costruzioni e upgrade, diventa senza dubbio possibile avanzare in un gioco che ci porta attraverso quattro diverse ambientazioni tutte decisamente curate. Inoltre la difficoltà può essere personalizzata, alterando sia il numero di giorni a disposizione per portare a casa la pellaccia che il numero di non morti presenti nella mappa, al costo però del punteggio finale che per il momento è l'unico vero riconoscimento, escludendo la possibilità di sbloccare nuove ambientazioni. Il tutto mentre gli occhi sono deliziati da una veste grafica curata e particolareggiata, piacevole sia nelle scelte stilistiche sia nella qualità delle animazioni e dei disegni attraverso i quali ci vengono presentati anche i sindaci; questi ultimi rappresentano un'altra meccanica interessante, che ci mette a disposizione unità particolari o bonus una volta che la nostra colonia raggiunge determinate quote di popolazione
Pur godibile, lo strategico di Numantian Games è ancora in fase embrionale ed è destinato ad affrontare cambiamenti che speriamo includano qualche nuova unità intermedia e magari un editor, strumento capace di compensare la mancanza di dinamiche multiplayer e di estendere la speranza di vita di They Are Billions. Inoltre ci aspettiamo di vedere continue rifiniture al codice, sebbene l'ottimizzazione del motore sviluppato internamente appaia già piuttosto buona e non solo dal punto di vista delle prestazioni. Qualche glitch infatti lo abbiamo notato, così come qualche exploit legato all'IA, ma non abbiamo riscontrato bug in grado di compromettere l'esperienza e questo anche grazie all'efficienza di un supporto che garantisce update continui. E lo è nonostante il team sia al lavoro sulla campagna che dovrebbe arrivare nel 2018 e promette mappe realizzate a mano, personaggi non giocanti e una vera e propria storia capace di esaltare ulteriormente la già ottima atmosfera. Non a caso, intrigati da uno strategico che conta già parecchi fan, la aspettiamo con trepidazione, pregustando un lavoro di citazioni e battute ironiche che già si intravede nelle pur poche righe di testo incluse nella versione attuale. Nel frattempo ci godiamo la componente survival che può non piacere a tutti, anche a causa della curva di apprendimento che risulta tutt'altro che immediata, nonostante le meccaniche molto intuitive e la più che valida interfaccia grafica. Ma proprio per questo rappresenta un ottimo allenamento strategico e può regalare grosse soddisfazioni, anche solo squisitamente visive, quando riusciamo a spazzare via l'impegnativa orda finale. Tra l'altro, come ciliegina finale, They Are Billions viene attualmente venduto a un prezzo decisamente abbordabile ed è bene tenere conto del fatto che diventerà più costoso, speriamo non eccessivamente, quando la componente narrativa sarà finalmente disponibile.

7° TWD IN BLU RAY

La settima stagione di The walking dead approda in blu-rayQuando, nell'autunno 2010, venne trasmessa per la prima volta, se ne discusse non poco, tanto che apparvero più che evidenti i primi segnali per l'esplosione di una vera e propria zombie-mania, atta a rilanciare una volta per tutte la figura del disgustoso morto vivente ghiotto di carne umana, da tempo soppiantata da quella più rassicurante del sensuale vampiro bello proto-"Twilight".
Una zombie mania che avrebbe portato addirittura, tre anni più tardi, alla realizzazione del kolossal "World War Z" interpretato da Brad Pitt, ma che, appunto, manifestò i suoi primissimi segnali grazie al notevole successo riscosso da "The walking dead", basata sull'omonima graphic novel horror - creata da Robert Kirkman e illustrata da Tony Moore per i primi sei numeri e da Charlie Adlard per i successivi - pubblicata dalla Image Comics a partire dall'Ottobre 2003.
Una serie televisiva dietro il cui concepimento vi fu il kinghiano Frank Darabont in vesti di produttore esecutivo, nonché di regista e sceneggiatore di alcuni episodi, e che partì dal risveglio dal coma del poliziotto Rick Grimes alias Andrew Lincoln, il quale si ritrovava nella sua pacifica cittadina del Kentucky apparentemente deserta, ma che scopriva presto essere stata invasa dagli zombi.
Un pilot di oltre un'ora che provvide a fare da introduzione alle successive cinque puntate che, della durata di quarantacinque minuti ciascuna, costituirono la prima stagione di quello che si è rivelato immediatamente un autentico fenomeno del sempre più violento piccolo schermo d'inizio terzo millennio.
Una prima stagione che non mancò neppure di tirare in ballo sottotesti alla George A. Romero relativi alla convivenza forzata alla fine dell'umanità, sguazzando tra abbondanza d'azione, smembramenti, sequenze di cannibalismo e, ovviamente, salme camminanti lente e dinoccolate, quindi tutt'altro che propense ad abbracciare la moda dei morti viventi scattanti della Settima arte del XXI secolo.
Tutti elementi che non hanno potuto fare a meno di essere sfruttati anche nelle successive e decisamente più lunghe sette stagioni del telefilm (l'ottava è arrivata sui teleschermi italiani nell'Ottobre 2017), delle quali la settima - come già avvenuto con le precedenti - approda ora su supporto blu-ray sotto il marchio Twentieth Century Fox, divisa in cinque dischi che ne contengono i sedici episodi completi.
Cinque dischi racchiusi in custodia amaray inserita in slipcase cartonato e che offrono, quindi, l'ottima occasione per poter rivivere in alta definizione il momento in cui il sopra menzionato Rick e il suo gruppo si sono trovati costretti a piegarsi alla volontà del brutale Negan interpretato da Jeffrey Dean Morgan, pronto ad uccidere spietatamente tramite l'uso di una mazza e con il quale, a quanto pare, è impossibile ragionare.
Una circostanza che porta il protagonista a capire che devono prepararsi alla guerra e che, per poter vincere e ribellarsi al sempre più sadico Negan e al suo esercito, gli occorrerà molto più delle provviste e degli abitanti di Alexandria.
Segnando l'ennesimo inizio della ricerca di cibo, armi e nuovi combattenti che, destinata ad approdare ad un colpo di scena finale nella novantanovesima puntata "Il primo giorno del resto della tua vita", caratterizza una stagione maggiormente incentrata sulle attese ed i dialoghi che sulle sequenze che pongono al proprio centro i famigerati, temuti vaganti.
Sebbene, tra uno scontro con uno di essi dal corpo irto di lame, un lago e un parco dei divertimenti infestati, non risultino affatto assenti memorabili situazioni in cui sono coinvolti. Mentre i consueti rapporti tra i diversi personaggi vengono ulteriormente sviluppati e, oltre all'entrata in scena di un tale che si fa chiamare re Ezekiel in quanto posto a capo di un regno, provvedono la scoperta di alcuni sopravvissuti che vivono in una discarica e di una comunità composta da sole donne ad infittire ancora di più la trama.
Con quasi venti minuti di scene tagliate divise nei contenuti extra del primo, secondo, quarto e quinto disco e diversi estratti video che arricchiscono quest'ultimo.
Infatti, oltre a nove minuti riguardanti il lavoro svolto dagli scenografi per costruire il nuovo set, ne abbiamo sette incentrati sui personaggi uccisi, altrettanti sulle guerriere, otto relativi ai nuovi zombi della serie e tre di conversazione con gli sceneggiatori.
Senza contare i cinque minuti ciascuno di "Distruggere e ricostruire" e "Un nuovo capitolo della paura", featurette mirate a fornire uno sguardo rivolto alle argomentazioni di questa settima stagione di "The walking dead".

domenica 17 dicembre 2017

GAME OVER FERRARA

La copertina del videogioco
Un centro storico post-apocalittico con edifici in rovina, monumenti ricoperti dalla vegetazione e un popolo di zombie che si aggira per le strade cittadine assetato di sangue. E’ l’ambientazione horror di «Game over Carrara», il videogame che Elvis Morelli sta sviluppando in questi giorni al laboratorio di San Martino. E proprio al ‘Lab0’ stanno confluendo per farsi fotografare – complice un fortunato passaparola su Facebook – comparse e protagonisti del videogioco, nelle versioni ‘sopravvissuto’ o ‘zombie’. Le loro foto con gli strumenti più disparati (armi, seghe elettriche, pennati, archi, bazooka) stanno spopolando sui social. La trama vuole infatti che in una città che ha subito, in un tempo imprecisato, un evento che l’ha trasformata in città fantasma, squadre di sopravvissuti si organizzino per combattere gli zombie. Come nei migliori horror games o nei più classici horror movies chi viene morso da uno zombie diventa anch’esso un morto vivente. Il giocatore sarà unico, e avrà perso la memoria. Toccherà ai sopravvissuti aiutarlo a muoversi in una città irriconoscibile. Seguendo i loro indizi il giocatore si muoverà cercando di ricostruire la sua storia e quella della città. Protagonisti saranno anche i monumenti, le strade, le piazze: oltre all’interazione con i sopravvissuti, per recuperare la memoria occorrerà rispondere a quesiti ed enigmi sulla storia e la cultura cittadina, raccogliere vari oggetti, interagire con l’ambiente circostante e costruire, tassello dopo tassello, la trama che dovrà portare a scoprire l’evento misterioso che ha provocato la catastrofe. Ma l’originalità del gioco è un’altra. Non si tratterà solo di un’avventura digitale, ma si potrà interagire fisicamente con la città e portare i giocatori dal videogame alla realtà. Il progetto prevede il coinvolgimento di commercianti del centro: presentandosi nei locali affiliati (riconoscibili con un adesivo del gioco) il giocatore potrà sbloccare vari codici per acquisire punti o bonus utili ad arricchire il gioco e svelarne i misteri. E anche questo il senso di «Game over Carrara»: passare dal virtuale al reale, rivitalizzare la città divertendosi, incontrandosi, visitando monumenti e locali del centro. Nelle intenzioni del suo creatore, lo stesso titolo vuole suggerire sia la fine del gioco come nei videogame (Game over) che il gioco all’interno della città (Over Carrara in inglese significa per Carrara, intorno a essa). «L’idea – racconta Morelli – è nata dopo alcuni fotomontaggi realizzati in maniera ironica su un’ipotetica città post-apocalittica. Le foto hanno ricevuto molti consensi, tanto che ho deciso di sviluppare un concept per trasferire le mie ambientazioni in una narrazione più ampia. Ho scelto la forma del videogame soprattutto perché è una delle forme comunicative più attuali dei nostri giorni: non solo intrattenimento, ma anche racconto, apprendimento, cultura, interazione. Nell’era digitale è più difficile mettere un libro nelle mani di un ragazzo che togliergli il tablet o il cellulare»

domenica 10 dicembre 2017

IL RITORNO SULLA TAVOLA DI RESIDENT EVIL

Resident Evil 2
Dopo Dark Souls, Cosmic Games, la divisione di Cosmic Group dedicata al mondo dei giochi, porterà in Italia il gioco da tavolo Resident Evil 2. Tutto merito di un accordo distributivo stretto con Steamforged Games. Frutto di una campagna Kickstarter di successo, ancora non si ha una data di uscita precisa, ma Cosmic Games parla del 2018 come anno di lancio. Realizzato con il beneplacito della Capcom, il boardgame Resident Evil 2 si configura come un survival horror competitivo. Si gioca da un minimo di 1 a un massimo di 4 giocatori. Costoro dovranno impersonare uno dei personaggi famigliari a chi conosce il videogame (e serie animate e film), in modo da avventurarsi poi nelle strade ed edifici infestati di zombie di Raccoon City. Potrete scegliere fra Leon S. Kennedy, Robert Kendo, Claire Redfield e Ada Wong. Ciascun personaggi ha caratteristiche e regole speciali, basate sulla sua personalità e capacità.
Nel gioco da tavolo Resident Evil 2 dovrete sopravvivere a orde di nemici mostruosi e sfide impossibili. Il gioco è particolarmente ricco: oltre alla plancia di gioco, alle carte e ai dadi, troverete tantissime miniature dettagliate ad attendervi. Dovrete gestire correttamente le risorse e adattarvi alla meccanica Tension Deck che permette sia ai nuovi giocatori che ai veterinari del settore un'esperienza più avvincente. Proprio come nel videogioco, dovrete esplorare luoghi pericolosi e inquietanti alla ricerca di indizi, attrezzature e armi, fondamentali per rimanere in vita. Inoltre si tratta di un gioco cooperativo: i giocatori dovranno collaborare fra di loro per avere successo, se anche un solo personaggio muore, la partita è persa. Zombie e mostri possono celarsi dietro ogni porta, ogni finestra è un'incognita, ogni stanza potrebbe nascondere cani zombie o mostri ancora peggiori.

HAMBURGER CON CARNE INFETTA

È la fine del mondo. L’umanità sta per collassare, tramutata in un’orda di zombi per delle motivazioni sconosciute, forse per l’ingordigia del palato, o per chissà quale altra astrusa spiegazione. Il nostro alter ego virtuale è un cuoco ambulante, proprietario di un simpatico camioncino tramite il quale riesce a preparare deliziosi panini, patatine, pizze e bevande alla spina, vivande in grado, appunto, di curare il morbo dei morti viventi.
L’avventura si compone di trenta livelli, ciascuno dei quali si svolge alla stessa maniera: visuale in soggettiva, ingredienti nella parte sinistra, strumenti di cottura sulla destra, e la fetta centrale adibita alla farcitura dei prelibati sandwich al sesamo, densi di grassi saturi.
Lo scopo è quello di cuocere la carne, la frittura e le pizze, tenendo d’occhio i tempi di cottura, con cui farcire poi i panini più alti di sempre, chiuderli con l’apposita fetta di pane superiore e lanciarli materialmente contro gli zombi: a seconda delle componenti degli hamburger, questi faranno del cosiddetto “danno” ai nemici, la cui barra della vita, una volta esaurita, muterà il senza-cervello in umano. Chiaramente, dovrete fare in modo di tenere lontani i mostri dal camioncino: l’avanzata può essere momentaneamente fermata con i drink, che bisognerà dosare proprio per permettervi di avere più tempo possibile per cucinare e impilare sempre più ingredienti in un unico panino.
La valutazione della prestazione culinaria del giocatore, poi, gira attorno al punteggio, e al classico sistema a tre stelle: un voto massimo vi ricompenserà con un oggetto consumabile fuori dal comune, come gatti della fortuna, shuriken e tante altre diavolerie, che potranno essere scagliati nei momenti d’emergenza, o infilati nei sandwich come “ingredienti segreti”.
Il sistema di controllo invece supporta sia il classico Dualshock, che la coppia di PlayStation Move, e l’esperienza con questi ultimi è nettamente superiore in termini di naturalezza, perché si prendono i pomodori, l’insalata e quant’altro con l’illusione dell’utilizzo delle proprie mani, mentre il controller sfrutta solo marginalmente i sensori di movimento, relegando il tutto ad una semplice pressione di pulsanti. Vi consigliamo comunque di giocare in piedi e in una stanza abbastanza ampia, possibilmente senza ostacoli nel cono visivo della PS Camera, altrimenti la giocabilità ne risentirà parecchio.
Non fatevi intimorire dalla banalità dell’idea di base, perché le dinamiche sono molto vivaci e vi faranno sudare e divertire allo stesso tempo: la pecca più grande, però, dimora nella scarsa varietà. L’ambientazione è sempre la stessa di livello in livello, una comune strada di una città nipponica, e il gioco fa poco per diversificarsi.
Ogni missione, almeno, vanta un modificatore particolare, come la velocità di cottura duplicata o gli zombi obesi, cheerleader o vegetariani, e la meccanica è solida quanto basta per ammorbidire l’eventuale monotonia. La grafica, come accennavamo, si ispira al mitico House of the Dead, ponendo l’accento più sulla caricatura che sull’orrore: il risultato non fa certo gridare al miracolo, eppure si fa piacere, risultando pulito e più che godibile, insieme agli effetti sonori alquanto bizzarri.

domenica 3 dicembre 2017

LA TERZA NOTTE DEI MORTI VIVENTI

A circa tre anni di distanza dall’uscita del primo volume, e a quasi cinque mesi dalla scomparsa del compianto George A. Romero arriva il terzo episodio de LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI. Il libero adattamento a fumetti del capolavoro cinematografico, realizzato da Jean-Luc Istin e Elia Bonetti, si concluderà proprio con questo albo, disponibile in fumetteria, libreria e Amazon a partire dal 6 Dicembre 2017.
Dopo che Mandy ha deliberatamente aperto le porte dell’hotel Montval, la zona è infestata da zombie. Ma questo non è l’unico pericolo: mentre si avviano verso l’uscita, Lizbeth, Teo e Leland sono minacciati alcune vecchie conoscenze di Hodge, il proprietario dell’hotel. Il mondo intero è in preda al caos, ma John continua la ricerca di sua moglie…

LA VALLE DELLA MORTE

Tra le novità di Lucca Comics & Games 2017 merita una menzione Deadland, titolo della Giochi Uniti ideato da quel Sergio Roncucci che già si era messo in mostra con Orgasmo e Gomorraland. La sua ultima creazione si inserisce nell'iper-inflazionato mondo degli zombie che, tra film, serie televisive, fumetti, romanzi e giochi, conta ormai un numero altissimo di produzioniGrazie alla sue caratteristiche, Deadland riesce a non finire in un calderone già zeppo, mettendosi in mostra per la semplicità delle regole e per le dinamiche difficili da riscontrare in altri giochi da tavolo.
Tra i pochi scampati a un'epidemia che ha trasformato quasi tutti gli abitanti in morti viventi, i giocatori devono riuscire a salvarsi sopravvivendo alle orde nemiche fino all'arrivo dei soccorsi. Per riuscire nel proprio scopo ognuno potrà optare per un certo tipo di approccio, sia questo cooperativo con gli altri membri della squadra o sia invece ispirato alla filosofia del chi fa per sé fa per tre. Bisogna però sempre fare attenzione al livello di infezione: quando questo è troppo elevato ci si trasforma in un morto vivente e a quel punto l'obiettivo sarà infettare anche tutti gli altri giocatori. Proprio questa dinamica si rivela interessante: da potenzialmente cooperativo, Deadland si trasforma facilmente in un competitivo a squadre.
Le regole sono semplici, tanto che il titolo non ostacola la partecipazione di neofiti. Per quanto scali abbastanza bene, Deadland rende al meglio quando si è almeno in quattro, lasciando però che la durata non vada a modificarsi più di tanto.
Muovendosi tra i diversi luoghi -colonia, strade, stazione di polizia, ospedale e supermercato- i giocatori potranno cercare oggetti utili per la propria sopravvivenza, scambiarseli e collaborare nel tentativo di giungere incolumi a fine partita. Allo stesso tempo rischieranno però di venire infettati per colpa di alcune carte che potranno far incrementare il livello di infezione da uno fino a otto -questo capita quando si pesca una carta con un livello di infezione superiore di uno a quello attuale del personaggio-.
Una maggior variazione è data dalle carte ruolo: questa, una volta svelata dal giocatore, offrirà al contempo un bonus immediato al personaggio ma anche un malus costante nel tempo.

domenica 19 novembre 2017

LA CULLA DEI ZOMBI

"La culla dei demoni" di Kei Sanbe è il nuovo manga  horror  zombie StarComics in sei volumi.
La casa editrice specializzata in fumetti, StarComics, ha annunciato l'uscita della nuova serie horror a tema zombie La culla dei demoni.
La culla dei demoni è un manga terrificante ideato dal genio di Kei Sanbe e attualmente è disponibile il primo volume di sei previsti.
La culla dei demoni di Kei Sanbe è disponibile esclusivamente nel circuito delle fumetterie italiane.
Un viaggio di piacere che si trasforma in un incubo: di ritorno in nave da una gita scolastica, Makoto Ayukawa e compagni si ritrovano bloccati in mare aperto a seguito di un incidente. Come se non bastasse, un feroce assassino si aggira sul relitto e la sua sete di sangue sembra stia “contagiando” anche gli altri passeggeri...
Riuscire a mettersi in salvo su una nave capovolta che sta affondando non è un’impresa semplice. Se poi si scopre che l’imbarcazione è infestata dagli zombie, la situazione si fa ancora più disperata!
Dall’autore di Erased, un nuovo manga claustrofobico, adrenalinico e ineluttabilmente splatter!

domenica 12 novembre 2017

PROGETTO ZOMBOIDI

Benvenuti Nerdiani, questa piccola parafrasi narrativa è stata pensata per introdurvi all’argomento cardine di questo speciale. Il testo che avete appena letto cerca di riportare su carta le medesime sensazioni provate durante una lunga sessione di gioco, con la sola compagnia di un amico e ed un unico obiettivo: sopravvivere. Il titolo in questione è Project Zomboid, Survival RPG indipendente sviluppato dai ragazzi di The Indie Stone. Abbiamo decido di parlarvi di questo gioco in quanto crediamo che la sua scarsa popolarità non rispecchi l’effettivo valore della produzione.
Potete considerare questo speciale come un atto d’amore di un giocatore verso un titolo che gli ha dato tanto, chiedendo in cambio davvero poco. Un gesto di gratitudine, per ricambiare in qualche modo la possibilità di aver affrontato una delle esperienze videoludiche più intense ed intime degli ultimi tempi.
Ma bando ai sentimentalismi, lasciatevi introdurre a:
Come si può facilmente intendere dal titolo, alla base di questo gioco vi sono i celebri non morti. In un mondo devastato dall’ennesima epidemia zombie, in Project Zomboid saremo chiamati a vestire i panni di una persona qualunque, colta impreparata da questo tremendo evento e costretta a lottare con tutte le sue forze per aver salva la vita. L’intero impianto ludico verte sulla meticolosa attenzione posta in tutti gli aspetti della Sopravvivenza. Ogni elemento presente in gioco è stato pensato per offrire al giocatore un simulazione nuda e cruda di tutto ciò che un ipotetico sopravvissuto si trova costretto ad affrontare.
Procederemo gradualmente in questa analisi, partendo dagli aspetti più evidenti, sino a risalire a tutte quelle meccaniche che a priva vista uno non si aspetta.
L’esperienza che andremo a vivere in Project Zomboid è stata realizzata interamente in 3D isometrico, utilizzando uno stile visivo cupo e sanguinolento. Nel corso degli anni, ricordiamo che la prima versione risale al 2011, la componente estetica è stata continuamente migliorata, aggiungendo effetti e dettagli sempre nuovi.
Il fascino di questo gioco risiede anche nel suo aspetto grafico, dove dietro ad una grafica quasi rétro si cela una sistema di gioco profondissimo. Non avremo una grandissima quantità di personalizzazioni estetiche per il nostro personaggio, non ci saranno sfiziosi costumi da indossare in gioco, non indosseremo mai dei cappellini stravaganti.
Le uniche cose che riusciremo a vestire saranno i pochi e laceri indumenti che saremo stati in grado di accaparrarci durante questa estenuante lotta per la vita. Non vi è spazio per la vanità in gioco, d’altronde gli zombie non ci risparmieranno solo perché saremo cool.
Ci ritroveremo quindi a girovagare in luoghi completamente esplorabili, dove ogni edificio potrà rivelarsi la nostra salvezza e al contempo la nostra croce. Nella mappa di gioco a grandi centri abitati, colmi di vaganti ma preziosi punti di rifornimento, si alternano sconfinate zone boschive, dove la presenza di non morti è decisamente minore, ma le risorse scarseggiano.
Starà a noi decidere il miglior approccio da adottare. Tentare la sorte in città nella speranza di non essere notati, oppure dare fondo alle nostre tecniche di sopravvivenza per procacciarci il cibo in natura? Molte volte non avremo il beneficio della scelta, ma quando lo stomaco languisce bisognerà agire, ed anche in fretta.
Il nostro personaggio non è un eroe dei fumetti, e ben presto non mancherà di ricordarcelo.
Come perfetto esemplare dell’essere umano medio, il nostro sfortunato giocatore dovrà far fronte a tutte quelle problematiche che possono insorgere (e lo faranno, ve lo assicuriamo) durante la dure giornate che ci separano dalla morte.Il primo ed impellente bisogno da assecondare sarà quello di riuscire a nutrirci. Il cibo, con il passare dei giorni risulterà sempre più scarso, sia a causa dei saccheggi e sia per il normale deterioramento dovuto al tempo. Dovremmo arrangiarci con quello che riusciremo a trovare, oppure in fasi più avanzate di gioco, potremo puntare all’auto-sostentamento, tramite un completo sistema di farming che ci permetterà di imbastire una vera e propria fattoria. Come degli autentici Hershel Greene, potremo portare avanti la nostra lotta per la vita anche attraverso la terra, fornendo nutrimento per noi ed i nostri compagni di sventura.
Nutrirsi inoltre, non sarà impresa facile quando bisognerà fare i conti con la costante minaccia degli zombie. Inizialmente, riuscire a trovare un luogo tranquillo dove poter cucinare qualcosa non sarà facile, venendo continuamente pressati dai nostri inquietanti vicini.
A complicare le cose, in gioco è stato inserito un sistema alimentare complesso, dove ogni alimento andrà ad influenzare il nostro stato di salute tramite il proprio apporto nutrizionale. Adottare una dieta sbilanciata a lungo andare peggiorerà il nostro stato di salute, esponendoci a malattie e debilitazioni, che potranno risultare fatali.
Rimanere nutriti ed idratati sarà fondamentale in Project Zomboid.
Il nostro stato fisico verrà influenzato anche dal fattore stanchezza. Ogni nostra azione andrà ad influenzare la resistenza del personaggio, portandolo ad un evidente calo prestazionale in caso di sfiancamento. Dover scappare da un orda di zombie inferociti ci metterà spesso in seria difficoltà e ritrovarsi indeboliti in un momento del genere ci condurrà a morte certa.
Rispettando un preciso ciclo giornonotte, il ritmo biologico ci costringerà anche a dover trovare un luogo sicuro dove chiudere gli occhi. Il riposo si rivelerà un fattore essenziale, sia per la nostra sanità mentale e sia per permettere al personaggio di recuperare preziose energie.
Inoltre, in caso di ferite, rimanere a riposo il più a lungo possibile accelererà il processo di guarigione, altrimenti lungo e doloroso.
Il sistema delle ferite presente in gioco è molto articolato e profondo. Non basterà un semplice medi-kit per rimetterci in piedi dopo un duro scontro. Eh no, siamo delle persone normali ricordate?
In caso di ferita, la nostra prima preoccupazione sarà quella di disinfettarla per evitare l’infezione. In assenza di specifici strumenti, sarà sufficiente anche una bottiglia di Whisky, o nel peggiore dei casi una lama arroventata. Dopo aver fatto ciò dovremo inventarci un bendaggio di fortuna, ricordandoci di sostituirlo quando sarà ormai troppo sporco.
Beccarsi un infezione non è una cosa da poco durante l’Apocalisse, trovare degli antibiotici adatti sarà un vero miracolo, e se interveniamo in ritardo potrebbe essere già troppo tardi.
Ogni singola parte del nostro corpo sarà monitorata dal gioco, rendendoci vulnerabili a distorsioni, fratture, graffi, tagli e menomazioni. Inoltre, in caso venissimo morsi da uno zombie, inizierà un inevitabile processo che ci trasformerà in uno di loro. Trovare una cura è possibile, ma ci riusciremo?
Lo stato mentale del nostro protagonista è un altro elemento da non sottovalutare. Vivere le angosce di un mondo dove i morti non trovano più riposo può distruggere anche le menti più forti.
Ogni evento traumatico segnerà una tacca sulla nostra salute mentale, corrodendola lentamente sino a poterci condurre alla pazzia. Ma non sono soltanto questi gli aspetti a cui prestare attenzione: la depressione è un nemico sempre in agguato in Zomboid.
Seppellire i caduti, magari in una fossa comune, si rivelerà un modo molto più umano di lasciarli a marcire davanti casa nostra, rischiando oltretutto di infettare il luogo. A farci compagnia ci saranno anche la noia, la tristezza e la paura.
Trovarci dinanzi ad un numero soverchiante di non morti indurrà il terrore nel nostro protagonista, rendendolo incline a mancare anche i colpi più facili. Con il tempo il nostro carattere si rafforzerà, grazie alla sistematica desensibilizzazione a cui saremo sottoposti. Ma tutto ciò solo se riusciremo a sopravvivere alle durissime battute iniziali.
L’esperienza in giocatore singolo, sebbene fruibile e personalizzabile a nostro piacimento in Project Zomboid, può rivelarsi a volte davvero frustrante, con indici di difficoltà insormontabili per un solo sopravvissuto.
Il nostro consiglio quindi, è quello di cimentarvi su di un server online una volta preso confidenza con le meccaniche base del titolo.
Giocare in compagnia di qualche amico, oppure imbattersi in perfetti sconosciuti nelle nostra stessa situazione è un esperienza che trascende di gran lunga il semplice concetto sella sopravvivenza zombie.
In molti casi sembrerà di vivere un episodio di The Walking Dead, con tutte le sfumature emotive che la convivenza forzata con altre persone può comportare. Project Zomboid offre la possibilità di cooperare oppure scontrarsi con gli altri giocatori: la creazione di una fazione potrà semplificare le dinamiche relazionali con il gruppo, consolidando l’unione e la collaborazione tra persone con abilità e necessità completamenti differenti.
Ogni essere umano vivo all’interno del gioco dispone di un set di abilità unico, selezionabile nella fasi di creazione, che ci renderà inclini verso differenti stili di gioco. Se ad esempio un carpentiere esperto si rivelerà fondamentale nella creazione di un avamposto, altrettanto non si potrà dire nel momento in cui bisognerà imbracciare le armi da fuoco.
Fortunatamente il sistema di progressione presente in gioco ci permetterà di appendere una miriade di nuove abilità (ma anche di perderle in caso di inutilizzo), permettendoci di forgiare il nostro sopravvissuto ideale. La specializzazione come al solito è preferibile, ma in assenza di altre persone, bisognerà saper fare un po’ di tutto.
Disponibile su Steam dall’8 novembre 2013, Project Zomboid offre una completa integrazione con lo Steam Workshop, rendendo questo aspetto uno dei più grandi punti di forza della produzione.
Grazie alle Mods sviluppate dagli utenti e alla presenza di un editor di gioco, il mondo apocalittico nel quale giocheremo è andato espandendosi sempre di più, inglobando nuove mappe e caratteristiche inedite.
L’aspetto che più ha beneficiato di questa integrazione è stato il crafting. Non scherziamo se vi diciamo che il pannello adibito alla costruzione ci permetterà di realizzare qualsiasi cosa ci venga in mente, a patto di disporre delle risorse necessarie.
L’aspetto survival in questo caso è stato spinto ai massimi livelli, consentendoci di adottare soluzioni mai pensabili in altri giochi. Partendo da uno scaffale improvvisato, sino alla realizzazione di una base inespugnabile ed autosufficiente, ogni nostra vocazione potrà essere assecondata con sacrifici ed abilità.
Nulla è impossibile in Project Zomboid, ma non sarà per nulla facile ottenere ciò che vogliamo. E voi, riuscirete a sopravvivere?

GIUNGE FINALMENTE LO SPIN-OFF "I AM HERO"

I am hero in Nagasaki - copertinaJ-POP porta in Italia un nuovo spin-off del manga psico-thriller zombie I am a hero di Kengo Hanazaw.
Questa volta l’apocalisse zombie si sposta a Nagasaki, dove conosciamo Yamada, ragazzo in fuga tanto dagli zombie quanto da se stesso, e Aya Nirei, una sua compagna di scuola e membro del club di kyudo, il tiro coll’arco tradizionale giapponese.

Mentre le notizie del contagio batteriologico di Tokyo iniziano ad arrivare anche nella città di Nagasaki, incontriamo Yamada, un giovane ragazzo appassionato di fotografia e amante della solitudine.
Dietro a questo desiderio di solitudine si nasconde però un forte senso di sfiducia verso il prossimo che si manifesta in visioni che perseguitano Yamada facendogli vedere le altre persone come dei mostri.
Inizia così un viaggio quasi onirico dove le visioni di Yamada si alternano e si fondono coi segni dei primi focolai dell’epidemia.
Sarà la forte e determinata Nirei ad aiutare Yamada ad affrontare le sue paure e a mettersi in salvo dagli zombie che ormai infestano anche la città di Nagasaki ma, per riuscirci, Yamada dovrà imparare di nuovo a fidersi mentre Nirei dovrà superare i suoi sensi di colpa.
Insieme i due ragazzi attraverseranno la città per imbarcarsi alla volta di un’isola ritenuta disabitata. Qui scopriranno a loro spese che non solo l’isola non è disabitata ma che dovranno difendersi tanto dagli zombie quanto dagli altri esseri umani.

I am a hero in Nagasaki, conferma sicuramente l’interesse del pubblico giapponese verso il tema dei non morti e si pone nel più classico e ormai affollato dei filoni zombie,  racchiudendo nei suoi otto capitoli gli elementi più tradizionale di questo tipo soggetto narrativo.
L’incredulitá delle persone alle prime notizie del contagio, la disperazione nel vedere i propri amici trasformati in mostri famelici e la deriva etica e sociale che colpisce i sopravvissuti, sono tutte situazioni che Kensuke Nishida, che cura storia e disegni di questo volume, evidentemente ben conosce e che ricrea in chiave manga, dando vita a situazioni tanto bizzarre quanto eccessive, ma forse neanche troppo assurde per descrivere un’apocalisse zombie in chiave nipponica.
Questi elementi fanno poi da sfondo al viaggio interiore che i protagonisti devono affrontare, che resta sicuramente l’aspetto principale della trama.
Tanto la sfiducia di Yamada verso gli altri per le delusioni subite da chi si fidava, quanto il senso di colpa di Nirei per non esser stata l’eroina che voleva essere, anche se non rappresentano temi molto originali, dominano infatti il racconto, delle volte anche in maniera eccessiva, penalizzando in parte il flusso della narrazione.

Se dal punto di vista della storia Nishida mostra quindi qualche opportunità sia dal punto di vista dell’originalità che della scorrevolezza del racconto, i disegni restano sicuramente il punto di forza di I am a hero in Nagasaki, rendendo alla perfezione tutte le situazioni affrontate durante lo svolgersi degli eventi. Un’ulteriore nota di merito va poi alle belle tavole a doppia pagina.
In conclusione I am a hero in Nagasaki è un manga che ben racconta, nuovamente, l’oramai stereotipata apocalisse zombie e che s’inserisce alla perfezione sia per l’ambientazione che per la resa grafica, nel filone di I am a hero.
Resta solo il dubbio di quanto, questo tipo di narrazione, arricchisca e diverta il lettore con una storia per molto versi già sentita.

PICCININI E GLI ZOMBIE

Io e gli zombie di Roberto Piccinini"Io e gli zombie" di Roberto Piccinini è il nuovo horror a tema zombie edito da EKT Edikit
Esordio letterario per Roberto Piccinini con la casa editrice EKT Edikit  che, come sempre, ha un occhio di riguardo per gli autori giovani e alle prime esperienze letterarie.
Roberto Piccinini, così, presenta il romanzo Io e gli Zombie, primo dei 5 volumi, che usciranno a scadenza trimestrale, e che è stato presentato in anteprima nella cornice del Lucca Comics & Games.
Io e gli zombie di Roberto Piccinini rappresenta l’inizio di una nuovo progetto della EKT Edikit dedicato alla letteratura fantastica, nella quale il linguaggio della narrativa si fonde con la serialità.
In queste pagine l’autore dà dimostrazione di saper creare una narrazione del tutto originale, diretta, cinematografica e di sicuro impatto, rapendo il lettore e portandolo in un mondo dal quale farà fatica a tornare indietro.
Il libro sarà ordinabile in versione cartacea sul sito della casa editrice, su ibs.it, e sarà disponibile in tutte le librerie che vorranno esporlo. Sarà inoltre acquistabile in versione digitale su Amazon.
SINOSSI - La popolazione mondiale è stata decimata da un letale virus che trasforma gli esseri umani in zombie.
Roberto, dopo aver perso la moglie, ha una sola speranza per sopravvivere: rifugiarsi a Lucca, che con la sua cinta muraria medievale ancora intatta può garantire protezione. Ma arrivarci non sarà semplice. Attraverso un paesaggio fatto di devastazione e disperazione, proverà a portare a termine quella che sembra essere un’impresa disperata.
L'AUTORE - Roberto Piccinini nasce nel 1965 a Lucca, dove tuttora vive con sua moglie Laura e il figlio Stefano.
Da sempre appassionato di fumetti, libri, film di fantascienza e apocalittici, ha deciso di mettere nero su bianco la sua passione.

domenica 29 ottobre 2017

TUTTO DENTRO NECROCOMIX

Necronomicomix [libro]Il titolo di questo libro è dedicato agli appassionati dello scrittore statunitense H.P. Lovecraft, ma piacerà anche a tutti gli appassionati di umorismo perché alieni, zombi, licantropi, vampiri e altre innominabili creature della notte non sfuggiranno alla matita irriverente dell’autore, che li conosce da vicino, cresciuto com’è a pane e film horror. Attenti però: chi leggeva il Necronomicon dell’arabo pazzo Abdul Alhazred rischiava di morire pazzo, cosa succederà a chi leggerà questo Necronomicomix?
Nel 1979, a seguito di un corso di scrittura creativa dal titolo “Temi della letteratura soprannaturale” che aveva tenuto all’Università del Maine, Stephen King decise di scrivere il saggio Danse macabre "omaggio agli autori di narrativa fantasy che non hanno avuto la mia stessa fortuna, forse perché nati nel momento sbagliato". Il libro del celebre autore che ha ridefinito il genere (horror ma non solo) è una sorta di guida che esplora i meandri oscuri e profondi della scrittura artistica dell’orrore evidenziandone quattro archetipi peculiari quali il Vampiro, il Licantropo, la Cosa Senza Nome e il Fantasma.
Sulla stessa falsariga e negli stessi torbidi meandri del maestro King si infila Roberto (Tot) Totaro, autore e disegnatore celebre tra l’altro per la serie Nirvana. Dopo il successo dell’ultimo libro, L’uomo della strada (ovvero un omino che cammina da solo, contraltare del filosofo che a differenza di quest’ultimo non si fa domande, non perché non sa dare le risposte, ma perché sa che le risposte non ci sono), l’autore ripropone la stessa struttura di vignette nel formato 24 x 19 cm per Necronomicomix. Vampiri, Lupi mannari, Zombi, Alieni e altre sfigate creature della notte (Franco Cosimo Panini Editore).
Proprio nel sottotitolo del libro, e nello specifico in quell’aggettivo che qualifica le “creature” è chiaramente espresso il senso profondo del lavoro di Tot. Mentre infatti per King i vari tipi di mostri sono metafore delle nostre paure, archetipi sociologici, psicanalitici e quant’altro, ma che hanno un loro fascino che incute un timore in un certo senso reverenziale (ne siamo impauriti, ma in realtà profondamente innamorati), per il creatore dell’“uomo della strada” invece siamo noi umani a rappresentare le paure per quelle povere e appunto “sfigate creature”.
Lupi mannari, zombi o serial killer che vorrebbero semplicemente intimorire o fagocitare con la massima tranquillità un essere umano, vengono invece spazientiti e scoraggiati dal moderno uso continuo e disturbante di cellulari e social network. Così come gli alieni, brutti e indifesi, venuti ad occupare la nostra Terra, in pace o per conquista non importa, realizzano ancor prima di scendere dall’astronave e mettere piede a terra, che è meglio tornare subito al loro pianeta.
La metafora horror diventa così essa stessa parodia, come grottesco diventa anche l’eccessivo ricorso a stantie banalità nei confronti delle povere e sfruttate creature aliene e mostruose dei cui diritti e rivendicazioni Tot si fa portavoce. Ma non è solo l’ironia sugli stereotipi, più che altro ad emergere è invece la profonda passione che l’autore bellunese ha per il cinema e la letteratura che li ha partoriti. Si perde il conto infatti nella lettura del numero delle citazioni di film, riferimenti a scene cult, libri horror e fantascienza. Non a caso nella postfazione Totaro mettendo scherzosamente le mani avanti per ipotetiche richieste economiche per violazioni di copyright, confessa tutte le sue fonti di ispirazione e di formazione. Carpenter, Romero, Argento, Cronenberg, Craven, solo per citarne alcuni.
Tutti autori di temi e ambientazioni cari per Tot, che si è formato all’Accademia di Belle Arti di Venezia dove si è laureato proprio con una tesi sul disegno nella fantascienza. Totaro si conferma un umorista sagace e genuino, non solo grazie ai dialoghi e alle battute, ma anche per l’utilizzo di un tratto grafico pulito e sintetico, capace di racchiudere il senso comico della vignetta con pochi ma efficaci elementi di scena, senza iperboli né manierismi ma con il semplice e chiaro obiettivo di strappare un sorriso al lettore.

TUTTO PRONTO PER LE ZOMBIADI


Tra gli eventi di questa edizione il secondo Giro del Borgo in 80 Zombie, le 13 discipline infernali per tentare di vincere i giochi dei non morti, la seconda marcia ZnationPuppiesAndKittens e, per i più piccoli, il gioco dell’oca horror a dimensioni reali.
Domenica 29 ottobre a Borgo a Mozzano (Lucca) torna la manifestazione zombie più folle della Toscana, una sorta di olimpiade degli zombie con sport e giochi tutti a tema.
Ciascun concorrente potrà partecipare alle singole discipline per divertimento oppure gareggiare per la vittoria finale e tentare di diventare il vincitore ufficiale delle Zombiadi 2017.
Le discipline da affrontare, tutte a tema Zombie, sono ben 13: il lancio dell’osso, la gara di simulazione di camminata zombie, la prova di Ginnastica aritimica, il Ping Zong, il Tiro allo Zombie, la prova di danza Zoomba, il Rigor Mortis, lo Zooling, la sfida a Testa a canestro, lo Zolley, il gioco “‘mbuca lo Zombie”, la lotta ZomboRomana e/o Zoomo e, infine, la prova più temibile, per i veri coraggiosi, ossia Il Giro del Borgo in 80 Zombi!
Per ciascuna discipina ai concorrenti verrà assegnato un punteggio la cui sommatoria, al termine della giornata, darà come responso il nome del vincitore e quelli di coloro che saliranno sui due gradini inferiori del podio sia per la categoria principianti, la NecroSilver, che per quella più prestigiosa, la NecroGold. Sarà inoltre possibile partecipare anche alla categoria NecroBronze (che non prevede la partecipazione al Giro del Borgo in 80 Zombie) e saranno infine assegnate medaglie ai vincitori di ciascuna disciplina.
Il ritorno più atteso è sicuramente quello del Giro del Borgo in 80 Zombie, un’avventura lungo un percorso infestato di zombi che si snoda per le strade di Borgo a Mozzano. Al gioco è possibile iscriversi sia come Umani sia come Zombi (chi non ha la possibilità di truccarsi a casa avrà a disposizione, previa prenotazione, i truccatori del contest al costo di 5 euro). Lo scopo degli umani è quello di terminare la sessione di gioco senza essere toccati dagli zombi che tenteranno di imbrattare la maglia degli umani per assegnare loro più penalità possibili. Gli umani dovranno recuperare le dosi di antidoto al virus zombi nascoste lungo il percorso e scovare la postazione biomedica per recuperare l’antivirus madre e salvare così l’umanità. Gli umani potranno inoltre partecipare alla gara con un travestimento cosplay e questo darà diritto ad una dose aggiuntiva di antidoto.
Altro evento top della giornata sarà la seconda Z Nation Puppies And Kittens, ossia la camminata zombi al mondo ispirata alla serie televisiva Znation: la marcia degli Zee coi suoi “cuccioli e gattini” (citazione diretta dalla serie tv) è organizzata in partnership con Z Nation Italia (www.znation.it) cioè il sito italiano riconosciuto come ufficiale dalla casa di produzione statunitense The Asylum ed a loro va il nostro più sentito ringraziamento per la preziosa collaborazione (e amicizia) e per alcuni gadget ufficiali che la produzione americana ha messo a disposizione come premi per le Zombiadi.
Zombiadi 2017 si svolgerà all’interno della manifestazione Zoombie, il Festival Internazionale della Non Vita: una due giorni tutta a tema zombie con eventi, giochi, musica, incontri e conferenze di approfondimento tra cui la presentazione del libro “Storia di una non morte vissuta” (un romanzo zombie ambientato in Toscana) con la presenza dell’autore e la conferenza scientifica sulla storia dello zombie a cura del professor Christian Orloff Petersen, docente presso la prestigiosa Cana University, e dibattito finale con il pubblico.
Ci sarà inoltre il Live Survival Game Zombie Village di #YouZombie, un gioco live che catapulterá i partecipanti in una missione nella quale ogni giocatore dovrà, in gruppo, attraversare un percorso prestabilito andando alla ricerca di un oggetto da recuperare, scortato da militari armati di tutto punto per difendere dall’attacco di orde di zombi affamati di carne umana!
In paese saranno aperti sia punti ristoro fissi (alcuni ristoranti del paese che aderiscono all’iniziativa: Circolo L’Unione Cimitery, Casper Z eno Bar, Pizzomberia Rusticanella, Probi Zombie Pub e Ristorante I Macelli) sia gli stand gastronomici esterni con lo streetfood della Fiera del Lombroso.
Programma e orari online su: www.zombiadi.it e www.zoombie.it.

TANTO HORROR A RAVENNA

Lunedì 30 dalle 18 saranno presenti i "morti viventi" del gruppo Zombie not Dead, che passeggeranno negli spazi del City spaventando ed inseguendo gli spettatori; presente anche una truccatrice disponibile a trasformare in mostro chiunque, e un backdrop dove potersi scattare fotografie.
Martedì 31 invece a partire dalle 16 i protagonisti saranno i ragazzi del Circo Wow di Torino, che insieme a spaventosi trampolieri coinvolgeranno i più piccoli con "dolcetto o scherzetto"; nel corso della giornata spettacoli ed eventi per grandi e piccini.
Invece la sera di martedì 31 si festeggerà con i brividi dei grandi film. In collaborazione col Ravenna Nightmare, tornano sul grande schermo del CinemaCity due capolavori senza tempo: il "Nosferatu" di Friedrich Wilhelm Murnau - musicato dal vivo da Marco Dalpane, inizio previsto per le ore 20.20, ingresso 5 euro - e "Halloween" di John Carpenter - in lingua originale, inizio ore 22.45, ingresso 5 euro.

domenica 22 ottobre 2017

FLASHMOB A CASERTA


Halloween, i “non morti” in piazza Matteotti: è tempo di prima Zombie Walk a Caserta. Il 31 ottobre 2017 due eventi nello stesso giorno.“CASERTAKest’è” propone in prima serata  il flash mob Zombie Walk in  Caserta. Da alcune iniscrezioni verso le 16 in piazza Matteotti inizieranno i workshop di trucco per bambini ed adulti, aperti a tutti dove spiccherà il lavoro di maestri, e allievi di nomi molto noti nel mondo degli FX cinematografici italiani ed esteri.

Il flashmob avrà luogo…. ancora non si sà di preciso, ma quel giorno in zona ‘MATTEOTTI’ guardatevi intorno, potreste ritrovarvi  vicino ad uno ZOMBIE…. l’evento proseguirà con le premiazioni e il party serale ‘HALLOWEEN‘ con dj set e ospite d’eccezione.

CORRERE CON I DRAGHI

Dragon Hills 2 è un gioco di azione in cui cavalcherete un dragone meccanico con lo scopo di annientare tutti gli zombie che cercheranno di fermare la vostra corsa con ogni mezzo possibile.
Il gamplay è di tipo endless runner, con il dragone che avanzerà automaticamente e che dovrete controllare con dei tocchi più o meno prolungati.
Mantenendo la pressione sullo schermo il dragone affonderà nel terreno come una talpa e quando rilascerete tornerà verso la superficie per poi guizzare in aria come un delfino distruggendo qualsiasi cosa incontrerà.
Il titolo offre tre differenti mondi da ripulire e con le monete raccolte nel gioco potrete acquistare numerosi upgrade, armi, magneti per attirare le monete e dragoni.
Dragon Hills 2 è disponibile per Android gratuitamente supportato da annunci pubblicitari e acquisti in-app opzionali e richiede le autorizzazioni per l’accesso a foto, elementi multimediali e file

ZOMBIELAND A PESCARA

Gli zombie invadono il centro storico di Pescara: c'è Zombieland in Piazza Unione Sabato 21 Ottobre 2017

Il centro storico di Pescara, nella fattispecie piazza Unione, sabato 21 ottobre vivrà un’anteprima senza precedenti: "Zombieland on the road". Alex Anconitano (foto) e Pietro Kus, direttori artistici di Zombieland 2017, hanno deciso di portare gran parte dello spettacolo previsto per la notte di Halloween in scena direttamente nel cuore della movida pescarese. In piazza Unione sarà presente un gigantesco zombie ed attorno ad esso si alterneranno alcuni dei dee jay del party e il cast di animazione.
Da piazza Unione partiranno gli zombie di Zombieland che invaderanno tutto il centro storico di Pescara vecchia. Zombieland scenderà proprio in strada coinvolgendo il pubblico con questa animazione spettacolare e con la possibilità di farsi truccare e passare un pre serata del sabato diverso e divertente, aspettando il grande party che andrà in scena il 31 ottobre al Pala Dean Martin di Montesilvano.
La macchina organizzativa, già in moto da diverse settimane, è a pieno regime per definire gli ultimi dettagli di quello che possiamo definire senza temere smentite l’evento più imponente mai realizzato prima nel centro Italia. Zombieland, forte del successo dell’anno scorso con la presenza di oltre 5000 persone, nell’edizione 2017 si presenta al grande pubblico con tantissime novità. Saranno 4 le aree del divertimento all’interno del Pala Dean Martin di Montesilvano, all’interno di esse sarà presente ogni genere dance. Il pubblico potrà scegliere di vivere la notte di Halloween ballando EDM o Commerciale passando per la Techno e l’House, e ancora, Caraibico Reggaeton per finire a Trap club e Psychedelic Pop. Ogni area vedrà la presenza di animazione e spettacoli dal vivo continui fino all’alba, particolarmente numeroso il cast artistico per questa edizione più di 50 tra figuranti e corpo di ballo a tema che animeranno tutta la kermesse. Nelle 4 aree del Pala Dean Martin a farla da padrone sarà il padiglione centrale dove si alterneranno spettacoli e musica per tutta la notte, con un sound system d’avanguardia e una regia visual e luci dedicata per rendere ancor più spettacolare l’evento. Nel padiglione centrale sarà allestita anche una vasta area privè con vip bar per gli avventori più esigenti.
Il pubblico dall’ingresso fino ad ogni angolo dell’intera struttura sarà catapultato con suoni, effetti speciali e animazione in una reale città degli zombie. Per la prima volta un evento di questa portata in Abruzzo ha la collaborazione di Bus For Fun, il portale nazionale di pullman dedicati solo agli eventi. Sul sito Internet www.busforfun.com è stata allestita un'area per Zombieland per favorire i ragazzi che arriveranno da Puglia, Molise, Marche e Lazio.


Potrebbe interessarti: http://www.ilpescara.it/eventi/discoteche/zombieland-piazza-unione-21-ottobre-2017.html
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LUCCA COMICS,IL RITORNO DELLA UMBRELLA

zombiLe antiche mura si tingeranno del sangue degli zombie dall'1 al 5 novembre. L'associazione no profit Umbrella Italian Division sarà ospite anche quest'anno a Lucca Comics&Games, l'evento più famoso in Italia dedicato a fumetti e videogiochi. E partecipa con nuove attrazioni per il pubblico. Umbrella Italian Division con oltre duecento associati è il gruppo di reenactment più grande a livello nazionale: dal 2009 si occupa di organizzare spettacoli dedicati al mondo di Resident Evil. Anche quest’anno una fitta programmazione di live show permetterà al pubblico di immergersi in prima persona in storie inquietanti e adrenaliniche, incontrando i personaggi della saga tra cui il Nemesis.
L’accampamento allestito al baluardo Santa Croce sarà presidiato dai soldati Ubcs, a disposizione per le fotografie insieme ai visitatori. Spiccherà il celebre elicottero Agusta Aw109 Stealth, ma quest’anno viene proposto al pubblico anche un mezzo militare blindato OT-64, direttamente dalla Repubblica Ceca. Non mancheranno i laboratori, con i ricercatori dell’associazione alle prese con un nuovo terribile mostro: il Licker, pronto a spaventare i visitatori. Per offrire ancora più brividi, gli zombie infesteranno un autobus, al cui interno è possibile avventurarsi.
Nell’area make up, body painters ed esperti di effetti speciali truccheranno chi lo desidererà. Infine, lo shopping attenderà i visitatori allo stand con il merchandising ufficiale del gruppo.

RISILO IN FORMATO Z

81pdYG7cKBL._SL1500_Natale si avvicina e per l’occasione la Spin Master, azienda canadese che dal 2016 detiene il marchio Editrice Giochi, rilancia il Risiko! in due versioni.
Il tentativo dell’azienda è quello di rilanciare, nell’era dei videogiochi, i giochi da tavolo classici del marchio EG.
Dopo il restyling di Scarabeo, tocca al RisiKo! Nuove grafiche per la versione base e una versione con ambientazione zombie.

Editrice Giochi mise a punto lo storico gioco di strategia nel 1977 ispirandosi al gioco francese La Conquete du Monde.
Nel restyling troviamo l’icona storica del carro armato nel titolo del gioco.
Le bande colorate richiamano i 6 colori delle armate che i giocatori possono scegliere di guidare per conquistare il pianeta.
Nella nuova versione è stata inserita una nuova regola, la Time Attack, che permette di definire sin dal principio quante volte rimescolare le carte, dunque stabilire la durata della partita.
Nella versione morti viventi, RisiKo! Z, si aggiunge all’obiettivo della conquista dei territori quello della difesa dall’epidemia zombie.

domenica 15 ottobre 2017

UMANI VS ZOMBIE

Zombie contro umani, in un gioco di ruolo che avrà come location il centro storico dell’Aquila.
Questa la sfida organizzata dall’associazione L’Aquila Young di Marcello Di Giacomo per il prossimo 28 ottobre 23, con partenza dal Palazzetto dei Nobili, in occasione dei festeggiamenti per Halloween e in concomitanza con gli eventi dell’Aquila Horror film festival.
"Chi è che guardando un film horror o giocando a Resident Evil (o magari Silent Hill, o qualsiasi altro videogioco survival), non ha mai pensato 'Io farei così'? Da qui l'idea di questa serata, un modo diverso di stare insieme, divertendosi e mettendosi in gioco anche con le proprie paure", spiega ad AbruzzoWeb Di Giacomo. 
"Verrà data una missione - prosegue - che bisognerà portare a termine stando attenti agli 'infetti' (zombie) che faranno di tutto per intralciarne il buon esito. Le storie che i partecipanti si troveranno a vivere prevedono un gran numero di situazioni dinamiche ed interattive, come ad esempio trovare una vecchia radio con cui chiedere aiuto all’esterno della zona in cui ci si trova".
Insomma, c’è davvero molto da fare e da giocare, "ma bisogna esserci per non perdersi nessuna sorpresa, per mettersi alla prova, per vivere una nottata diversa assieme agli amici, per fare un ppo' di moto alternativo, avere paura e far parte di una storia bella e strana da raccontare, dopo aver provato l'emozione di trovarsi in trappola dentro una casa mentre fuori si sentono urla e graffi sulla porta. E, soprattutto per poter dire: 'io ho ucciso uno zombie'", conclude.
Per maggiori informazioni sull’associazione e sugli eventi oganizzati consultare il sito dedicato www.aqhorrorfilmfestival.it e per le iscrizioni invece contattare l'agenzia di viaggi Giramondo al numero 0862/761194.
Il costo dell'iscrizione per partecipante è di 20 euro, le squadre saranno composte da 6 e 12 giocatori, l'età minima è di 14 anni.
Per tutti gli eventi legati alla manifestazione L'Aquila Horror Film festival è disponibile una pagina Facebook.

ALLA RICERCA DELL'ANTIDOTO


In fuga attraverso il centro storico di Modena alla ricerca dell’antidoto per salvare la città da una terribile epidemia. Sabato 14 ottobre (ore 21.30) torna “Ghirlandina Apocalypse”, lo zombie game da brivido ambientato nel cuore cittadino, che dopo il successo della prima edizione 2016 viene riproposto in una formula tutta nuova. Sono disponibili gli ultimissimi biglietti. L’evento è a numero chiuso con 110 posti.Ideato da Vincenzo Malara col patrocinio di Comune di Modena, sponsorizzazione de La Lambruscheria e la collaborazione dell’associazione Zombie Inside, il gioco trasformerà tre angoli del centro cittadino in altrettanti set cinematografici dove i partecipanti, inseguiti da zombie affamati, devono trovare indizi e risolvere enigmi.

Il funzionamento del gioco è semplice: i partecipanti verranno divisi in squadre e seguendo una mappa si inoltreranno in tre zone differenti del centro. Ogni gruppo incontrerà tre “saggi” infettati dagli zombie, ma ancora coscienti, che forniranno gli indizi per trovare gli antidoti. Nella ricerca però i concorrenti dovranno evitare il contagio degli zombie.
Il costo del biglietto è di 20 euro a partecipante e sono inclusi la T-Shirt dell’evento e un calice di vino finale offerto dalla Lambruscheria dove sono in vendita i ticket (via Calle di Luca n. 16, tel. 059 7109800, dalle 18 alle 20, tutti giorni, tranne il giovedì) che si possono acquistare anche online collegandosi alla pagina Facebook del gioco (Ghirlandina Apocalypse 2) oppure dell’evento (Ghirladina Apocalypse 2 – lo zombie game a Modena).

IL RITORNO DI INTO THE DEAD


Into the Dead 2 è il seguito dell’omonimo gioco di azione in cui dovrete sopravvivere avanzando in territori popolati da zombie per salvare la vostra famigliaIl gameplay proposto da PIKPOK è di tipo survival horror con una visuale in soggettiva e dovrete annientare orde di morti viventi mentre avanzerete nelle aree infestate, a piedi o a bordo di vari veicoli.Avrete a disposizione un arsenale composto da armi da mischia, pistole ,fucili, esplosivi, mitragliatrici fisse e mobili che potrete potenziare per renderle ancora più devastanti.

La storia si compone di sette capitoli con finali alternativi, attraverso 60 aree e ambientazioni che vanno dai campi di petrolio alle basi militari, dai campeggi alle fattorie rurali, oltre a sfide giornaliere ed eventi speciali.
Into the Dead 2 è disponibile per Android in italiano e gratuitamente, supportato da annunci pubblicitari e acquisti in-app opzionali e richiede le autorizzazioni per l’accesso alle informazioni sulla connessione Wi-Fi e a foto, elementi multimediali e file.

sabato 7 ottobre 2017

HORROR MOVIE


dampyr 211 copertinaNon è facile scrivere la recensione di Horror movie riducendo gli spoiler al minimo e quindi chi legge sappia che un po’ rischia di perdere parte del divertimento.Di cosa parla Dampyr 211? È una storia sulla banalità delle trame di tanti film dell’orrore, o meglio Boselli per lunga tratta dell’alba prova a convincerci che sia questo il tema centrale raccontandoci una storia volutamente scontata e così scontata che persino i protagonisti sanno di trovarsi (o lo sospettano con decisione) in mezzo ad un copione pieno zeppo dei peggiori luoghi comuni del film horror.Siamo alla metanarrativa: i protagonisti della vicenda parlano di sé come protagonisti della vicenda e immaginano come le cose possano andare avanti (e di fatto in gran parte andranno), una scontatezza che potrebbe quasi spingerci ad abbandonare la lettura così come Tesla abbandona la visione del film con Kurjak nelle primissime pagine. Ma è solo un’impressione perché in realtà fin dall’inizio siamo martellati da una sola domanda in testa: possibile che la vicenda sia tutta così ovvia? Che cosa ci sta nascondendo Boselli in realtà?

Ma proviamo a dire qualcosa sulla trama senza eccessivi spoiler: Kurjak si trova in un albergo sperduto nelle nebbie di un bosco nel New England in attesa di Harlan che non arriva, come lui anche gli altri avventori dello squallido hotel non hanno trovato ad aspettarli le persone con cui avevano appuntamento (bello questo gioco sul tema dell’attesa disattesa).
Gli ospiti dell’albergo sono un campionario davvero da cliché dei personaggi da film horror: la bionda sciocca, il nerd, il muscoloso, l’afroamericano, la mora bella ma un po’ depressa, lo scrittore in cerca di ispirazione per provare a rilanciarsi… e poi come da preview del sito Bonelli arrivano anche gli zombies.
Fin qui me la sono cavata con pochi spoiler, ma ora qualcosa devo aggiungere per cui leggete a vostro rischio e pericolo. Kurjak intuisce che dietro a quella messinscena ci possa essere un maestro della notte e del resto l’effetto sui finti zombie delle sue pallottole trattate con il sangue di Harlan non lascia dubbi sulla presenza di non-morti, solo non sospetta che tutto questo set cinematografico sia stato architettato per essere una trappola per lui! Ci vorrebbe Harlan per capirlo, ma dov’è?
Questa è l’altra grande intuizione narrativa di Boselli: Harlan non c’è per quasi tutto l’albo. Penso che sia davvero un dato eccezionale e coraggioso: il protagonista di una serie quasi ventennale che compare in scena solo nelle ultimissime pagine di un fumetto a lui dedicato!
Il finale è ricco di azione, gioca ancora sui cliché del film horror, e – come è giusto che sia – apre a nuovi sviluppi. Quando ho visto un paio di mesi fa un’anteprima di Horror movie sulla pagina Facebook di Dampyr ho pensato che sarebbe stato il seguito di Bloodywood (di Giusfredi e Cropera), lo pensavo per una semplice associazione di idea nata dal richiamo al mondo del cinema… beh alla fine non avevo tutti i torti anche se Boselli prova a non farcelo capire.
Complimenti a Silvia Califano che realizza delle tavole curatissime che omaggiano perfettamente i film horror e i film del compianto Romero in particolare. Un’altra disegnatrice che albo dopo albo conferma il suo valore e la sua bravura sia nelle scene di azione sia negli studi dei personaggi tutti ben caratterizzati (inoltre il suo Harlan è davvero quello che il lettore si aspetta!).Ottima (e ormai è diventata una piacevole abitudine) anche la copertina di Enea Riboldi che omaggia la locandina di un celebre B-movie dell’orrore. Appuntamento al prossimo mese con El dias de los muertos, decisamente a tema!

domenica 1 ottobre 2017

BLOODY ZOMBIES


Bloody Zombies è la dimostrazione di come i picchiaduro a scorrimento 2D non siano defunti, rivolto a tutti coloro che trascorrevano negli anni 90, intere giornate nelle salagiochi con titoli come Final Fight (tanto per citarne qualcuno), quest’oggi vogliamo condividere con voi la nostra Recensione. Bloody Zombies è un frenetico ma non troppo picchiaduro a scorrimento vecchia scuola, nel quale vestiamo i panni di alcuni sopravvissuti ad un’apocalisse di zombie, il cui unico obiettivo è quello di depennare la minaccia dalla nazione a suon di pugni, calci e mazze chiodate.Ogni personaggio ha caratteristiche uniche ed abilità che possono essere sbloccate nel corso del gioco, senza contare gli oggetti e potenziamenti a disposizione, combinando il mondo apocalittico di Walking Dead ai combattimenti di Street Fighter.Dal menù principale è possibile cimentarsi sia nella modalità online che singola nei panni di 4 differenti personaggi, in una decina di stage ricca di nemici da sconfiggere e Boss con i quali confrontarsi.

Dopo una breve sequenza fumettosa, ci ritroviamo catapultati in strada,la semplicità del gameplay ha permesso agli sviluppatori di tralasciare il tutorial,portando i giocatori nel vivo dell’azione fin da subito.
Ogni personaggio dispone di 20 slot dove equipaggiare potenziamenti ed oggetti utili, i quali possono essere raccolti o recuperati nel corso dell’avventura, dalla distruzione degli elementi presenti nello scenario, all’eliminazione di nemici.
Tramite l’HUD è possibile tenere sotto controllo sia la barra vitale del personaggio che la stamina e il moltiplicatore di combo, il quale incrementa gradualmente in base al numero di nemici sconfitti consecutivamente.
Ogni nemico o boss dispone di una barra vitale che indica il livello di vita restante, offrendo ai giocatori la possibilità di capire quanti colpi restano per vincere lo scontro. Tramite la modalità online è possibile cimentarsi nella Storia fino a 4 giocatori contemporaneamente.
Bloody Zombies supporta la VR sia su PC che PS4, proponendo la possibilità di interagire con il gioco tramite il movimento della propria testa ed offrendo un senso di immersione discreto, un tentativo forzato di attirare gli utenti VR, seppure l’esperienza offerta non sia delle migliori.
Comparto grafico in cell shading e colonna sonora che si sposa alla perfezione con le ambientazioni, peccato che il gameplay risulti più lento del previsto, portandoci il più delle volte a ricorrere alle combo a discapito della barra vitale, per movimentare i combattimenti.

SEPULCHRUM 2017

Un corteo funereo e sanguinolento. Un corteo di zombie, vampiri, mostri ed eroi da incubo post apocalittico. A tentare di sconfiggerli, i cacciatori di vampiri contro i quali ingaggeranno battaglie all’ultimo morso. Domenica 1 ottobre a San Felice sul Panaro c’è Sepulchrum 2017, seconda edizione della manifestazione fotografica che già lo scorso anno ha riscosso grande successo.
L’appuntamento è alle ore 15.00 nel prato della Rocca Estense. Qui, fra fumo, fuoco e musica suggestiva, compariranno vampiri, zombie e sopravvissuti alla catastrofe nucleare che poi sfileranno lungo le vie del paese per essere fotografati nei set realizzati ad hoc per ricostruire le terre desolate di Mad Max.
Sepulchum 2017 è organizzato da Effeottoemezzo artivisive ed è l’evento fotografico dell’autunno. Diversi sorprendenti set ed effetti speciali da accademia del cinema faranno da sfondo a questa processione degna del Grand Guignol e permetteranno ai fotografi di realizzare magnifici scatti da condividere, per partecipare anche a un contest, con  l’hashtag #sepulchrum_17.
Uno spettacolo per grandi e bambini, ad accesso gratuito. Da segnalare come gli stessi bambini sono coinvolti come piccoli attori tra le 200 comparse che andranno in scena domenica. Tanto che Martina, la bambina sanfeliciana protagonista dello spettacolo di apertura della scorsa edizione di Sepulchrum, dopo essere stata notata sotto la Rocca da un regista, ora è diventata una attrice professionista che ha all’attivo ben due film.
Lo spettacolo – hanno spiegano gli orgnaizzatori – ha come punto di forza proprio il saper coinvolgere tantissime persone,  a partire da tanti sanfeliciani che costruiscono con le loro mani le scenografie, o si trasformano in mostri e vanno in scena. Poi tutti gli appassionati del tema che vengono da tutta Italia per uno spettacolo decisiamente unico. Un tema post apocalittico come quello di quest’anno è cosa rara, in Italia non si è mai visto. E i fotografi corrono, anche dall’estero: domenica ne sono attesi più di 500.
Per i fotografi che vorranno accedere alla tribuna del Prato Rocca e fotografare nei vari set allestiti è necessario accreditarsi. Sul sito della manifestazione è possibile preiscriversi selezionando la data dell’evento e compilare il form con i propri dati. La preiscrizione non è vincolante e decade alle ore 12 di domenica 1 ottobre. Tutti i pass tribuna potranno essere ritirati dalle ore 10 presso lo stand di accredito “PASS”.
La serata si concluderà con il concerto degli Evil Devil, Dirty Sanchez e Second Skin.
In caso di maltempo, la manifestazione verrà rinviata a domenica 8 ottobre.

SOLO CIECA FEROCIA

La storia del gioco è molto semplice e al contempo appassionante e di sicuro appeal. Ambientato in una realtà alternativa dove, al termine della Seconda Guerra Mondiale il globo è stato colpito da una epidemia zombie. Già devastato dalla guerra e dai suoi orrori, il mondo si ritrova ora diviso in due: da un lato i non morti e dall’altro i sopravvissuti, organizzati in piccoli stati totalitari.
Un titolo che, di sicuro, interesserà gli appassionati di horror narrativa, data la sua struttura che riprende molto da vicino le classiche giocate da GDR cartaceo, conferendo un fascino senza tempo al titolo di Unreal Vision.
Lasciandovi al trailer e ad alcuni screenshot di Solo Cieca Ferocia, vi invitiamo a rimanere sulle nostre pagine per essere aggiornati su tutte le novità e le curiosità direttamente dalla Milan Games Week 2017.

AL CERVETERI LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI

Cerveteri Film Festival, domani l’esordio con “La notte dei morti viventi”La prima edizione del ‘Cerveteri Film Festival’, manifestazione dedicata al cinema in pellicola ambientata all’interno della suggestiva location UNESCO della Necropoli della Banditaccia di Cerveteri, esordisce con un capolavoro che ha avuto un gran successo nella storia del cinema: ‘La notte dei morti viventi’ diretto, scritto, fotografato, montato e musicato da George Andrew Romero e interpretato da Duane Jones, Judith O’Dea e Karl Hardman.
L’appuntamento è per domani, giovedì 28 settembre, giorno inaugurale del Festival. Prima della proiezione del film di Romero, spazio a “One for the Fire: the legacy of Night of the Living Dead”, sorprendente documentario sulla realizzazione del capolavoro di Romero.
“Grazie al progetto presentato e finanziato dalla Regione Lazio – ha dichiarato Alessio Pascucci, Sindaco di Cerveteri –siamo riusciti a concretizzare questa nuova importante iniziativa culturale capace di valorizzare il territorio e richiamare nuovi visitatori, nel solco del percorso già iniziato con il grande successo delle notti alla Necropoli nelle ultime estati. Anche per questo ci tengo a ringraziare il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e l’Assessora alla Cultura e alle Politiche giovanili, Lidia Ravera. La nascita di questo Festival, da grande appassionato di cinema, rappresenta per me un’emozione unica che si accompagna a quella per la riapertura del Cinema Moderno di Cerveteri, in un contesto di grande fermento culturale nella nostra città”.
“Il nostro –  prosegue Pascucci – sarà inoltre il primo Festival cinematografico che ha l’obiettivo di mantenere viva la memoria dell’essenza stessa del cinema. Il Cerveteri Film Festival non sarà però un evento retrò e guarderà al futuro, in sinergia con le tante realtà culturali del territorio, una manifestazione che nelle prossime edizioni non si concentrerà solo nei quattro giorni di proiezione ma vivrà tutto l’anno. Per questo voglio ringraziare il Direttore artistico Boris Sollazzo, giovane critico cinematografico di grande spessore che ha sin da subito creduto nel Festival e nelle sue potenzialità e che ha organizzato un programma di assoluta qualità. Saranno quattro giorni molto intensi, con proiezioni, incontri con i protagonisti e approfondimenti con l’obiettivo di creare un luogo di incontro non solo tra cinefili e amatori, ma aperto a tutte le persone affascinate dal grande schermo e ai tanti giovani che oggi si stanno avvicinando al mondo del cinema e del video-making. Una manifestazione ambiziosa unica nel suo genere in una location, la Necropoli etrusca della Banditaccia e in un formato, la pellicola, entrambe senza tempo”.
Il Festival prosegue venerdì 29 settembre con ‘Il mio Paese’ di Daniele Vicari e a seguire ‘L’Italia non è un paese povero’ di Joris Ivens, Valentino Orsini, Paolo e Vittorio Traviani.
Sabato il Cerveteri Film Festival si sposta al Cinema Moderno, con la proiezione di ‘Dunkirk’ di Christopher Nolan. Ultimo appuntamento, domenica 1 ottobre con ‘Nessuno mi può giudicare’, all’interno della Necropoli della Banditaccia.

domenica 24 settembre 2017

ZOMBIE CONTRO VECCHIETTI


zombiesmash-time-travel-trucchi

ZombieSmash! Time Travel è un action survival game in cui il giocatore ha il compito di aiutare un innocente nonnino a difendersi da orde di zombie a suon di fucilate e esplosivi. I non morti sono parecchio agguerriti, ma niente paura! Grazie a questa nostra piccola guida scoprirete qualche trucchetto per respingerli al meglio.
Un'ottima tattica per risparmiare tempo e fatica è cercare di colpire il maggior numero possibile di zombie con il minor numero possibile di colpi. Il vostro fedele fucile a pompa infligge danni ad area, quindi sfruttate la cosa e aspettate che si formino piccoli gruppi di zombie prima di sparare a colpo sicuro. ZombieSmash! Time Travel è un gioco piuttosto difficile, quindi vi servono un bel po' di monete per comprare tutti gli upgrade necessari. Fallendo i singoli livelli potrete guadagnare comunque un po' di coin, ma anche guardare le pubblicità è un ottima strategia (a patto di avere un po' di tempo ovviamente).
Un piccolo trucchetto che potrebbe salvarvi la vita: non aspettate mai che il vostro fucile a pompa sia completamente scarico per ricaricare, cercate di attivarvi quando è ancora presente qualche colpo. In caso contrario perdereste più tempo e rischiereste di dare ai non morti un vantaggio veramente eccessivo.

UN POP NON PER ZOMBIE

Il nome del gruppo è tutto un programma, una provocazione a tutto ciò che oggi è musica mainstream. Ma la band di Torino usa gli stessi ingredienti del pop, ma con modalità diverse. Il risultato? Un pop non per zombie.
È un passato solido quello su cui si edificano i PopForZombie, infatti i cinque musicisti provengono da realtà conosciuto nell’underground come SUBà e Moivo, per un totale di ben cinque album pubblicati.
La mescolanza ha generato questo nuovo progetto che debutta con un album lineare che sin dal primo ascolto svela un volto gradevole, con canzoni costruite con gusto, tra chitarre liquide e ritornelli che si ricordano. E cito Max GAzzè e Baustelle, per darvi un’immagine ampia della proposta dei PopForZombie.
Dieci canzoni, con almeno tre gettoni d’oro da giocarsi: “Radio” (“Siamo contenti di quello che possiamo ascoltare alla radio. Non lamentiamoci che il palinsesto è perfetto”), “Bianco” e “É così che va”, per un lavoro con qualche intoppo, ma che merita l’attenzione di chi ancora crede ad un via alternativa al pop italiano fasullo dei talent show.
Bello il libretto, che ricorda un vecchio quotidiano sportivo degli anni ’50.

ULTIMO GIORNO SULLA TERRA

Last Day on Earth: Survival è un titolo interessante a prescindere dai suoi contenuti, perché rappresenta il raro caso di un mobile game messo a disposizione negli store mentre la sua realizzazione è ancora in corso: l'applicazione è infatti in fase beta e viene periodicamente arricchita di nuovi elementi, seguendo l'esempio degli Early Access sdoganati dalla piattaforma Steam. Partendo dunque dall'ovvio presupposto che questa recensione terrà conto della natura fondamentalmente incompleta del gioco, andiamo a vedere se vale la pena di mettersi per l'ennesima volta nei panni dell'ennesimo povero disgraziato sopravvissuto all'ennesima apocalisse zombie...Come è evidente dal titolo, l'elemento survival è la chiave di volta del prodotto realizzato dal team russo Kefir, che si è palesemente ispirato a Don't Starve e affini: l'obiettivo del giocatore è dunque semplicemente quello di sopravvivere, combattendo le avversità, raccogliendo le risorse offerte dallo scenario e trasformandole in oggetti e strumenti utili al proprio sostentamento. Generalmente, in questo genere di videogiochi, il protagonista inizia come si suol dire in braghe di tela e in Last Day on Earth questo aspetto è stato preso alla lettera: dopo la schermata di caricamento iniziale, ci si ritrova con il personaggio che indossa solo un paio di mutandoni rossi, all'interno di una radura che offre pochi pericoli e una quantità di materie prime sufficienti a fare di questa zona il proprio quartier generale. Si comincia dunque con il raccogliere bacche per lenire fame e sete, legni e sassi per costruire i primi rudimentali attrezzi e si procede poi tagliando alberi, spaccando pietre e cacciando animali selvatici, investendo poi le risorse accumulate per costruire una casa e le strutture fondamentali per garantirsi un minimo di autosufficienza. Ogni azione portata a termine viene premiata con dei punti d'esperienza, e salendo di livello si ottengono degli emblemi da spendere per sbloccare nuovi progetti per realizzare nuovi oggetti o migliorare quelli già esistenti: il tutto con richieste sempre più ingenti e diversificate in termini di materie prime, che costringono l'utente a esplorare il mondo alla ricerca del necessario.
Come praticamente tutti gli appartenenti a questo peculiare genere, anche Last Day on Earth ha una struttura fondamentalmente ciclica e caratterizzata da ritmi piuttosto lenti (complice anche l'energia che si consuma a ogni viaggio e che si deve ricaricare col tempo o spendendo monete), che mal si adattano a chi in un mobile game cerca l'azione e il divertimento immediato: qui è necessario invece armarsi di pazienza e adattarsi a un gameplay quasi passivo, tant'è che in un angolo del display campeggia un tasto virtuale che fa raccogliere automaticamente al protagonista le risorse disponibili nei paraggi, lasciando al giocatore il solo compito di guardare lo schermo. Per chiunque abbia questo genere di esperienza nelle sue corde, tuttavia, il prodotto Kefir sa offrire una notevole quantità di contenuti, nonostante sia ancora in fase di beta: gli oggetti sparsi nel mondo sono innumerevoli, ci sono tante zone da esplorare ed eventi da affrontare (la propria base e quella degli altri utenti possono ad esempio essere vittime di assalti e razzie) e c'è sempre qualcosa di nuovo da fabbricare che spinge a cercare i materiali richiesti. Non mancano ovviamente i pericoli, rappresentati non soltanto dalle diverse specie di zombie che vagano negli scenari ma anche dagli altri utenti che si incrociano sul proprio cammino e che si può decidere di ignorare o di uccidere per impadronirsi dei loro averi. Il sistema di combattimento è decisamente basilare e non è senz'altro l'aspetto più riuscito del gioco, ma non è nemmeno il più appetibile: gli scontri non sono altro che degli ostacoli alla raccolta delle risorse, che rimane sempre e comunque il pilastro del gameplay del titolo attorno al quale ruotano anche gli inevitabili acquisti in-app. A questo proposito, non si può certo dire che Kefir ci sia andata leggera: al di là dei soliti pacchetti di moneta in game, è consentito comperare casse di risorse a prezzi a nostro avviso assolutamente folli (al momento in cui scriviamo si parla di 2,29 € per una singola unità), che non saranno indispensabili per proseguire ma che sanno tanto di strozzinaggio per i giocatori che ne volessero legittimamente fare uso. È auspicabile che i futuri aggiornamenti dell'applicazione possano correggere il tiro di questo e di altri elementi che non appaiono del tutto a fuoco in Last Day on Earth, che nella marea di contenuti offerti presenta anche alcuni vicoli ciechi e funzioni male implementate o del tutto assenti evidentemente figli dello sviluppo ancora in corso. Anche la componente tecnica denota ancora diversi angoli da smussare - specialmente sotto il profilo sonoro - ma per ora è apprezzabile il lavoro fatto su un'interfaccia chiara e comoda da usare e su una grafica isometrica che svolge egregiamente il proprio dovere.