
Ma proviamo a dire qualcosa sulla trama senza eccessivi spoiler: Kurjak
si trova in un albergo sperduto nelle nebbie di un bosco nel New
England in attesa di Harlan che non arriva, come lui anche gli altri
avventori dello squallido hotel non hanno trovato ad aspettarli le
persone con cui avevano appuntamento (bello questo gioco sul tema
dell’attesa disattesa).
Gli ospiti dell’albergo sono un
campionario davvero da cliché dei personaggi da film horror: la bionda
sciocca, il nerd, il muscoloso, l’afroamericano, la mora bella ma un po’
depressa, lo scrittore in cerca di ispirazione per provare a
rilanciarsi… e poi come da preview del sito Bonelli arrivano anche gli
zombies.
Fin qui me la sono cavata con pochi spoiler, ma ora qualcosa devo aggiungere per cui leggete a vostro rischio e pericolo. Kurjak
intuisce che dietro a quella messinscena ci possa essere un maestro
della notte e del resto l’effetto sui finti zombie delle sue pallottole
trattate con il sangue di Harlan non lascia dubbi sulla
presenza di non-morti, solo non sospetta che tutto questo set
cinematografico sia stato architettato per essere una trappola per
lui! Ci vorrebbe Harlan per capirlo, ma dov’è?
Questa è l’altra grande intuizione narrativa di Boselli: Harlan non c’è per quasi tutto l’albo.
Penso che sia davvero un dato eccezionale e coraggioso: il protagonista
di una serie quasi ventennale che compare in scena solo nelle
ultimissime pagine di un fumetto a lui dedicato!
Il finale è ricco di azione, gioca
ancora sui cliché del film horror, e – come è giusto che sia – apre a
nuovi sviluppi. Quando ho visto un paio di mesi fa un’anteprima di Horror movie sulla pagina Facebook di Dampyr ho pensato che sarebbe stato il seguito di Bloodywood (di Giusfredi e Cropera),
lo pensavo per una semplice associazione di idea nata dal richiamo al
mondo del cinema… beh alla fine non avevo tutti i torti anche se Boselli prova a non farcelo capire.
Complimenti a Silvia Califano che realizza delle tavole curatissime che omaggiano perfettamente i film horror e i film del compianto Romero
in particolare. Un’altra disegnatrice che albo dopo albo conferma il
suo valore e la sua bravura sia nelle scene di azione sia negli studi
dei personaggi tutti ben caratterizzati (inoltre il suo Harlan è davvero quello che il lettore si aspetta!).Ottima (e ormai è diventata una piacevole abitudine) anche la copertina di Enea Riboldi che omaggia la locandina di un celebre B-movie dell’orrore. Appuntamento al prossimo mese con El dias de los muertos, decisamente a tema!
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