domenica 19 novembre 2017

LA CULLA DEI ZOMBI

"La culla dei demoni" di Kei Sanbe è il nuovo manga  horror  zombie StarComics in sei volumi.
La casa editrice specializzata in fumetti, StarComics, ha annunciato l'uscita della nuova serie horror a tema zombie La culla dei demoni.
La culla dei demoni è un manga terrificante ideato dal genio di Kei Sanbe e attualmente è disponibile il primo volume di sei previsti.
La culla dei demoni di Kei Sanbe è disponibile esclusivamente nel circuito delle fumetterie italiane.
Un viaggio di piacere che si trasforma in un incubo: di ritorno in nave da una gita scolastica, Makoto Ayukawa e compagni si ritrovano bloccati in mare aperto a seguito di un incidente. Come se non bastasse, un feroce assassino si aggira sul relitto e la sua sete di sangue sembra stia “contagiando” anche gli altri passeggeri...
Riuscire a mettersi in salvo su una nave capovolta che sta affondando non è un’impresa semplice. Se poi si scopre che l’imbarcazione è infestata dagli zombie, la situazione si fa ancora più disperata!
Dall’autore di Erased, un nuovo manga claustrofobico, adrenalinico e ineluttabilmente splatter!

domenica 12 novembre 2017

PROGETTO ZOMBOIDI

Benvenuti Nerdiani, questa piccola parafrasi narrativa è stata pensata per introdurvi all’argomento cardine di questo speciale. Il testo che avete appena letto cerca di riportare su carta le medesime sensazioni provate durante una lunga sessione di gioco, con la sola compagnia di un amico e ed un unico obiettivo: sopravvivere. Il titolo in questione è Project Zomboid, Survival RPG indipendente sviluppato dai ragazzi di The Indie Stone. Abbiamo decido di parlarvi di questo gioco in quanto crediamo che la sua scarsa popolarità non rispecchi l’effettivo valore della produzione.
Potete considerare questo speciale come un atto d’amore di un giocatore verso un titolo che gli ha dato tanto, chiedendo in cambio davvero poco. Un gesto di gratitudine, per ricambiare in qualche modo la possibilità di aver affrontato una delle esperienze videoludiche più intense ed intime degli ultimi tempi.
Ma bando ai sentimentalismi, lasciatevi introdurre a:
Come si può facilmente intendere dal titolo, alla base di questo gioco vi sono i celebri non morti. In un mondo devastato dall’ennesima epidemia zombie, in Project Zomboid saremo chiamati a vestire i panni di una persona qualunque, colta impreparata da questo tremendo evento e costretta a lottare con tutte le sue forze per aver salva la vita. L’intero impianto ludico verte sulla meticolosa attenzione posta in tutti gli aspetti della Sopravvivenza. Ogni elemento presente in gioco è stato pensato per offrire al giocatore un simulazione nuda e cruda di tutto ciò che un ipotetico sopravvissuto si trova costretto ad affrontare.
Procederemo gradualmente in questa analisi, partendo dagli aspetti più evidenti, sino a risalire a tutte quelle meccaniche che a priva vista uno non si aspetta.
L’esperienza che andremo a vivere in Project Zomboid è stata realizzata interamente in 3D isometrico, utilizzando uno stile visivo cupo e sanguinolento. Nel corso degli anni, ricordiamo che la prima versione risale al 2011, la componente estetica è stata continuamente migliorata, aggiungendo effetti e dettagli sempre nuovi.
Il fascino di questo gioco risiede anche nel suo aspetto grafico, dove dietro ad una grafica quasi rétro si cela una sistema di gioco profondissimo. Non avremo una grandissima quantità di personalizzazioni estetiche per il nostro personaggio, non ci saranno sfiziosi costumi da indossare in gioco, non indosseremo mai dei cappellini stravaganti.
Le uniche cose che riusciremo a vestire saranno i pochi e laceri indumenti che saremo stati in grado di accaparrarci durante questa estenuante lotta per la vita. Non vi è spazio per la vanità in gioco, d’altronde gli zombie non ci risparmieranno solo perché saremo cool.
Ci ritroveremo quindi a girovagare in luoghi completamente esplorabili, dove ogni edificio potrà rivelarsi la nostra salvezza e al contempo la nostra croce. Nella mappa di gioco a grandi centri abitati, colmi di vaganti ma preziosi punti di rifornimento, si alternano sconfinate zone boschive, dove la presenza di non morti è decisamente minore, ma le risorse scarseggiano.
Starà a noi decidere il miglior approccio da adottare. Tentare la sorte in città nella speranza di non essere notati, oppure dare fondo alle nostre tecniche di sopravvivenza per procacciarci il cibo in natura? Molte volte non avremo il beneficio della scelta, ma quando lo stomaco languisce bisognerà agire, ed anche in fretta.
Il nostro personaggio non è un eroe dei fumetti, e ben presto non mancherà di ricordarcelo.
Come perfetto esemplare dell’essere umano medio, il nostro sfortunato giocatore dovrà far fronte a tutte quelle problematiche che possono insorgere (e lo faranno, ve lo assicuriamo) durante la dure giornate che ci separano dalla morte.Il primo ed impellente bisogno da assecondare sarà quello di riuscire a nutrirci. Il cibo, con il passare dei giorni risulterà sempre più scarso, sia a causa dei saccheggi e sia per il normale deterioramento dovuto al tempo. Dovremmo arrangiarci con quello che riusciremo a trovare, oppure in fasi più avanzate di gioco, potremo puntare all’auto-sostentamento, tramite un completo sistema di farming che ci permetterà di imbastire una vera e propria fattoria. Come degli autentici Hershel Greene, potremo portare avanti la nostra lotta per la vita anche attraverso la terra, fornendo nutrimento per noi ed i nostri compagni di sventura.
Nutrirsi inoltre, non sarà impresa facile quando bisognerà fare i conti con la costante minaccia degli zombie. Inizialmente, riuscire a trovare un luogo tranquillo dove poter cucinare qualcosa non sarà facile, venendo continuamente pressati dai nostri inquietanti vicini.
A complicare le cose, in gioco è stato inserito un sistema alimentare complesso, dove ogni alimento andrà ad influenzare il nostro stato di salute tramite il proprio apporto nutrizionale. Adottare una dieta sbilanciata a lungo andare peggiorerà il nostro stato di salute, esponendoci a malattie e debilitazioni, che potranno risultare fatali.
Rimanere nutriti ed idratati sarà fondamentale in Project Zomboid.
Il nostro stato fisico verrà influenzato anche dal fattore stanchezza. Ogni nostra azione andrà ad influenzare la resistenza del personaggio, portandolo ad un evidente calo prestazionale in caso di sfiancamento. Dover scappare da un orda di zombie inferociti ci metterà spesso in seria difficoltà e ritrovarsi indeboliti in un momento del genere ci condurrà a morte certa.
Rispettando un preciso ciclo giornonotte, il ritmo biologico ci costringerà anche a dover trovare un luogo sicuro dove chiudere gli occhi. Il riposo si rivelerà un fattore essenziale, sia per la nostra sanità mentale e sia per permettere al personaggio di recuperare preziose energie.
Inoltre, in caso di ferite, rimanere a riposo il più a lungo possibile accelererà il processo di guarigione, altrimenti lungo e doloroso.
Il sistema delle ferite presente in gioco è molto articolato e profondo. Non basterà un semplice medi-kit per rimetterci in piedi dopo un duro scontro. Eh no, siamo delle persone normali ricordate?
In caso di ferita, la nostra prima preoccupazione sarà quella di disinfettarla per evitare l’infezione. In assenza di specifici strumenti, sarà sufficiente anche una bottiglia di Whisky, o nel peggiore dei casi una lama arroventata. Dopo aver fatto ciò dovremo inventarci un bendaggio di fortuna, ricordandoci di sostituirlo quando sarà ormai troppo sporco.
Beccarsi un infezione non è una cosa da poco durante l’Apocalisse, trovare degli antibiotici adatti sarà un vero miracolo, e se interveniamo in ritardo potrebbe essere già troppo tardi.
Ogni singola parte del nostro corpo sarà monitorata dal gioco, rendendoci vulnerabili a distorsioni, fratture, graffi, tagli e menomazioni. Inoltre, in caso venissimo morsi da uno zombie, inizierà un inevitabile processo che ci trasformerà in uno di loro. Trovare una cura è possibile, ma ci riusciremo?
Lo stato mentale del nostro protagonista è un altro elemento da non sottovalutare. Vivere le angosce di un mondo dove i morti non trovano più riposo può distruggere anche le menti più forti.
Ogni evento traumatico segnerà una tacca sulla nostra salute mentale, corrodendola lentamente sino a poterci condurre alla pazzia. Ma non sono soltanto questi gli aspetti a cui prestare attenzione: la depressione è un nemico sempre in agguato in Zomboid.
Seppellire i caduti, magari in una fossa comune, si rivelerà un modo molto più umano di lasciarli a marcire davanti casa nostra, rischiando oltretutto di infettare il luogo. A farci compagnia ci saranno anche la noia, la tristezza e la paura.
Trovarci dinanzi ad un numero soverchiante di non morti indurrà il terrore nel nostro protagonista, rendendolo incline a mancare anche i colpi più facili. Con il tempo il nostro carattere si rafforzerà, grazie alla sistematica desensibilizzazione a cui saremo sottoposti. Ma tutto ciò solo se riusciremo a sopravvivere alle durissime battute iniziali.
L’esperienza in giocatore singolo, sebbene fruibile e personalizzabile a nostro piacimento in Project Zomboid, può rivelarsi a volte davvero frustrante, con indici di difficoltà insormontabili per un solo sopravvissuto.
Il nostro consiglio quindi, è quello di cimentarvi su di un server online una volta preso confidenza con le meccaniche base del titolo.
Giocare in compagnia di qualche amico, oppure imbattersi in perfetti sconosciuti nelle nostra stessa situazione è un esperienza che trascende di gran lunga il semplice concetto sella sopravvivenza zombie.
In molti casi sembrerà di vivere un episodio di The Walking Dead, con tutte le sfumature emotive che la convivenza forzata con altre persone può comportare. Project Zomboid offre la possibilità di cooperare oppure scontrarsi con gli altri giocatori: la creazione di una fazione potrà semplificare le dinamiche relazionali con il gruppo, consolidando l’unione e la collaborazione tra persone con abilità e necessità completamenti differenti.
Ogni essere umano vivo all’interno del gioco dispone di un set di abilità unico, selezionabile nella fasi di creazione, che ci renderà inclini verso differenti stili di gioco. Se ad esempio un carpentiere esperto si rivelerà fondamentale nella creazione di un avamposto, altrettanto non si potrà dire nel momento in cui bisognerà imbracciare le armi da fuoco.
Fortunatamente il sistema di progressione presente in gioco ci permetterà di appendere una miriade di nuove abilità (ma anche di perderle in caso di inutilizzo), permettendoci di forgiare il nostro sopravvissuto ideale. La specializzazione come al solito è preferibile, ma in assenza di altre persone, bisognerà saper fare un po’ di tutto.
Disponibile su Steam dall’8 novembre 2013, Project Zomboid offre una completa integrazione con lo Steam Workshop, rendendo questo aspetto uno dei più grandi punti di forza della produzione.
Grazie alle Mods sviluppate dagli utenti e alla presenza di un editor di gioco, il mondo apocalittico nel quale giocheremo è andato espandendosi sempre di più, inglobando nuove mappe e caratteristiche inedite.
L’aspetto che più ha beneficiato di questa integrazione è stato il crafting. Non scherziamo se vi diciamo che il pannello adibito alla costruzione ci permetterà di realizzare qualsiasi cosa ci venga in mente, a patto di disporre delle risorse necessarie.
L’aspetto survival in questo caso è stato spinto ai massimi livelli, consentendoci di adottare soluzioni mai pensabili in altri giochi. Partendo da uno scaffale improvvisato, sino alla realizzazione di una base inespugnabile ed autosufficiente, ogni nostra vocazione potrà essere assecondata con sacrifici ed abilità.
Nulla è impossibile in Project Zomboid, ma non sarà per nulla facile ottenere ciò che vogliamo. E voi, riuscirete a sopravvivere?

GIUNGE FINALMENTE LO SPIN-OFF "I AM HERO"

I am hero in Nagasaki - copertinaJ-POP porta in Italia un nuovo spin-off del manga psico-thriller zombie I am a hero di Kengo Hanazaw.
Questa volta l’apocalisse zombie si sposta a Nagasaki, dove conosciamo Yamada, ragazzo in fuga tanto dagli zombie quanto da se stesso, e Aya Nirei, una sua compagna di scuola e membro del club di kyudo, il tiro coll’arco tradizionale giapponese.

Mentre le notizie del contagio batteriologico di Tokyo iniziano ad arrivare anche nella città di Nagasaki, incontriamo Yamada, un giovane ragazzo appassionato di fotografia e amante della solitudine.
Dietro a questo desiderio di solitudine si nasconde però un forte senso di sfiducia verso il prossimo che si manifesta in visioni che perseguitano Yamada facendogli vedere le altre persone come dei mostri.
Inizia così un viaggio quasi onirico dove le visioni di Yamada si alternano e si fondono coi segni dei primi focolai dell’epidemia.
Sarà la forte e determinata Nirei ad aiutare Yamada ad affrontare le sue paure e a mettersi in salvo dagli zombie che ormai infestano anche la città di Nagasaki ma, per riuscirci, Yamada dovrà imparare di nuovo a fidersi mentre Nirei dovrà superare i suoi sensi di colpa.
Insieme i due ragazzi attraverseranno la città per imbarcarsi alla volta di un’isola ritenuta disabitata. Qui scopriranno a loro spese che non solo l’isola non è disabitata ma che dovranno difendersi tanto dagli zombie quanto dagli altri esseri umani.

I am a hero in Nagasaki, conferma sicuramente l’interesse del pubblico giapponese verso il tema dei non morti e si pone nel più classico e ormai affollato dei filoni zombie,  racchiudendo nei suoi otto capitoli gli elementi più tradizionale di questo tipo soggetto narrativo.
L’incredulitá delle persone alle prime notizie del contagio, la disperazione nel vedere i propri amici trasformati in mostri famelici e la deriva etica e sociale che colpisce i sopravvissuti, sono tutte situazioni che Kensuke Nishida, che cura storia e disegni di questo volume, evidentemente ben conosce e che ricrea in chiave manga, dando vita a situazioni tanto bizzarre quanto eccessive, ma forse neanche troppo assurde per descrivere un’apocalisse zombie in chiave nipponica.
Questi elementi fanno poi da sfondo al viaggio interiore che i protagonisti devono affrontare, che resta sicuramente l’aspetto principale della trama.
Tanto la sfiducia di Yamada verso gli altri per le delusioni subite da chi si fidava, quanto il senso di colpa di Nirei per non esser stata l’eroina che voleva essere, anche se non rappresentano temi molto originali, dominano infatti il racconto, delle volte anche in maniera eccessiva, penalizzando in parte il flusso della narrazione.

Se dal punto di vista della storia Nishida mostra quindi qualche opportunità sia dal punto di vista dell’originalità che della scorrevolezza del racconto, i disegni restano sicuramente il punto di forza di I am a hero in Nagasaki, rendendo alla perfezione tutte le situazioni affrontate durante lo svolgersi degli eventi. Un’ulteriore nota di merito va poi alle belle tavole a doppia pagina.
In conclusione I am a hero in Nagasaki è un manga che ben racconta, nuovamente, l’oramai stereotipata apocalisse zombie e che s’inserisce alla perfezione sia per l’ambientazione che per la resa grafica, nel filone di I am a hero.
Resta solo il dubbio di quanto, questo tipo di narrazione, arricchisca e diverta il lettore con una storia per molto versi già sentita.

PICCININI E GLI ZOMBIE

Io e gli zombie di Roberto Piccinini"Io e gli zombie" di Roberto Piccinini è il nuovo horror a tema zombie edito da EKT Edikit
Esordio letterario per Roberto Piccinini con la casa editrice EKT Edikit  che, come sempre, ha un occhio di riguardo per gli autori giovani e alle prime esperienze letterarie.
Roberto Piccinini, così, presenta il romanzo Io e gli Zombie, primo dei 5 volumi, che usciranno a scadenza trimestrale, e che è stato presentato in anteprima nella cornice del Lucca Comics & Games.
Io e gli zombie di Roberto Piccinini rappresenta l’inizio di una nuovo progetto della EKT Edikit dedicato alla letteratura fantastica, nella quale il linguaggio della narrativa si fonde con la serialità.
In queste pagine l’autore dà dimostrazione di saper creare una narrazione del tutto originale, diretta, cinematografica e di sicuro impatto, rapendo il lettore e portandolo in un mondo dal quale farà fatica a tornare indietro.
Il libro sarà ordinabile in versione cartacea sul sito della casa editrice, su ibs.it, e sarà disponibile in tutte le librerie che vorranno esporlo. Sarà inoltre acquistabile in versione digitale su Amazon.
SINOSSI - La popolazione mondiale è stata decimata da un letale virus che trasforma gli esseri umani in zombie.
Roberto, dopo aver perso la moglie, ha una sola speranza per sopravvivere: rifugiarsi a Lucca, che con la sua cinta muraria medievale ancora intatta può garantire protezione. Ma arrivarci non sarà semplice. Attraverso un paesaggio fatto di devastazione e disperazione, proverà a portare a termine quella che sembra essere un’impresa disperata.
L'AUTORE - Roberto Piccinini nasce nel 1965 a Lucca, dove tuttora vive con sua moglie Laura e il figlio Stefano.
Da sempre appassionato di fumetti, libri, film di fantascienza e apocalittici, ha deciso di mettere nero su bianco la sua passione.