domenica 29 settembre 2019

L'INVASIONE DEGLI ZOMBICIDE



Zombicide Invader
Zombicide Invader, edito in Italia da Asmodee, è il nuovo capitolo della celebre saga di boardgame che vede pochi Sopravvissuti cercare di resistere agli attacchi di centinaia di creature Xeno mangia carne.
Dopo averci fatto giocare nel mondo odierno con la prima versione e averci poi trasportato in un medioevo fantasy con Black Plague, il brand ammazza-zombie ci porta in un lontano futuro! Qui i giocatori, da 1 a 6, dovranno vestire i panni di soldati corporativi e ingegnosi civili. collaborando nel modo più assoluto nel tentativo di trovare il modo di portare a casa la pelle e sterminare quanti più non morti possibile!
Il tutto condito da nuove e interessanti regole e meccaniche di gioco che non mancheremo di esplorare.
Prima di entrare nel dettaglio di Zombicide Invader andiamo a parlare delle sue componenti. La scatola si presenta di dimensioni medio grandi: abbastanza ridotta da poter essere portato in giro con facilità ma, allo stesso tempo, non abbastanza da poter essere tenuto in mano senza troppi problemi.
Andando ad aprire il contenitore, il primo elemento che troviamo è il manuale di gioco: 56 pagine, contiene tanto le regole per poter giocare quanto una nutrita serie di missioni, ben dieci, che ci permetterà di godere a lungo della compagnia dei nostri amati non morti spaziali
Nulla da dire su questo elemento del prodotto: le regole sono spiegate in maniera semplice e chiara. Anche sotto il punto di vista dell’editing siamo a livelli decisamente alti: non abbiamo riscontrato alcun errore di battuta o refuso. Anche la parte delle missioni è ben curata: sebbene non strettamente necessaria per usufruire del prodotto, la trama che le collega tra loro è decisamente più consistente di quanto visto in molti altri giochi da tavolo.
Messo da parte il volume troviamo in Zombicide Invader una scatola in cartone che riprende le fattezze di una piccola cassaforte e dal peso piuttosto rassicurante. Ci torneremo alla fine. Prima parliamo degli elementi in cartone: nel box sono comprese dieci “lastre” in cartone. Una di queste conterrà tutti i vari elementi necessari al gioco che dovremo defustellare: segnalini rumore, obiettivi, token primo giocatore ecc ecc.
Le altre nove sono invece le plance di gioco: tutte double-face, verranno utilizzate per costruire le mappe necessarie di volta in volta.
Onestamente anche su questi elementi di gioco c’è poco da dire, se non in positivo: l’aspetto grafico è ben curato e la grammatura del cartone è sufficientemente alta da trasmettere una buona sensazione di robustezza: potremo maneggiare le diverse parti senza paura di rovinarle accidentalmente.
Bonus aggiuntivo, sul fondo della scatola sono presenti due spessori e un proteggi-angoli in plastica che da una parte terranno ben fisse le plance evitando quindi che si possano rovinare portando in giro il gioco, mentre dall’altra potranno essere utilizzati per riporvi tutti i vari segnalini, i dadi e le altre minuterie del gioco. Tornando alla piccola scatola di cui sopra: aprendola scopriremo che è divisa in due “piani”.
Nel primo troveremo le carte da gioco (125: 71 carte equipaggiamento e 54 carte Xeno), sei dadi, 48 segnapunti, carte e plance dei sopravvissuti, le miniature dei sopravvissuti, quelle dei Bot e la prima parte delle miniature degli Xeno e le “carte” melma.
Nella seconda parte beh,viene spontanea una pozzettiana esclamazione: troveremo infatti, ben allineate, 54 miniature!
Andando ad analizzare le diverse parti, la valutazione generale è decisamente positiva: abbiamo di fronte un prodotto di qualità.
Per prima cosa parliamo delle Carte Equipaggiamento e Xeno.
L’aspetto grafico è ottimamente curato: ogni volta che pescheremo, o andremo a vedere, una carta sapremo subito a colpo d’occhio cosa avremo tra le mani (Xeno o oggetto che sia). Anche la parte puramente meccanica è facilmente leggibile e individuabile. Nel complesso abbiamo rilevato solo due piccole problematiche: la prima riguarda le carte “equipaggiamento prototipo” e Bot dove, per un’infelice scelta di colori, potrebbe risultare un po’ complicato leggere le icone o le scritte.
La seconda invece interessa le Carte Melma: a doppia faccia una rappresenta la Melma in forma Attiva e l’altra in quella inattiva. Forse è solo una nostra impressione, ma la scelta di colori fatta sembra invertire i due elementi: di fatto pare,a colpo d’occhio, che la forma Inattiva sia in realtà quella più “viva”.
Intendiamoci: in entrambi i casi non è nulla di veramente penalizzate (soprattutto per quanto riguarda la Melma, dove basterà accordarsi tra i giocatori) ma è giusto segnalarlo.
Ultima cosa: come spesso accade nei giochi da tavolo , anche qui questi elementi non gradiscono particolarmente una mescolata troppo energica; per evitare che si segnino è opportuno usare il sistema di “rimescolamento” all’americana o, meglio ancora, investire in bustine protettive (soprattutto perché lo spazio per riporle non manca).
Anche le carte Sopravvissuti sono ben curate sotto entrambi gli aspetti: le immagini dei singoli personaggi sono ben curate e sanno essere caratterizzanti al punto giusto e i diversi elementi meccanici sono facilmente leggibili. L’unica cosa che un po’ ci ha fatto storcere il naso è il formato un po’ anomalo che rende difficile trovare delle protezioni adatte. È anche vero che una volta poggiate sulla plancia non verranno più toccate, ma considerato che non non sono molto spesse non si può escludere che maneggiandole possano rovinarsi.

Passando alle miniature di Zombicide Invader possiamo solo continuare a confermare la valutazione positiva: in plastica rigida sono decisamente ben fatte. Ricche di dettagli (soprattutto quelle Xeno) riescono ad essere molto distintive e a immergere il giocatore nella giusta atmosfera. Anche solo a colpo d’occhio non sarà difficile capire chi sono i cattivi e chi i buoni (e, all’interno di quest’ultimo gruppo, individuare facilmente il nostro personaggio)
Anche qui la pignoleria ci spinge ad un piccolo appunto: l’unico elemento poco distintivo è il capo di Jared, uno dei sopravvissuti. Dotato di un casco privo di ogni dettaglio, porta a pensare che sul collo abbia una palla al posto della testa.
Per tutto il resto invece la soddisfazione non può che essere altissima. Anche eventuali amanti della pittura non rimarranno delusi: guardando le immagini sulle carte o nel manuale è possibile vedere come, con un po’ di abilità, si possano ottenere dei veri e propri gioiellini.
In ultimo una doverosa nota di merito a chiunque abbia curato l’alloggiamento delle diverse componenti di gioco. Ogni singola miniatura in Zombicide Invader dispone di uno spazio dedicato dentro il supporto in plastica: questo comporterà che questi elementi saranno sempre protetti da eventuali urti (cosa non da poco qualora voleste dipingerle) e che al termine della partita ognuna di esse avrà un proprio “rifugio personale”.
La stessa cosa vale per le carte: gli spazi dedicati sono sufficientemente ampi da permettere di coprirle con le buste protettive senza dover poi temere, come nel caso di altri giochi, di non poterle più rimettere nella scatola.
A voler davvero essere pignoli (ma davvero tanto!) l’unico aspetto poco riuscito dal punto di vista gestionale e aver scelto una plastica trasparente: rende un po’ complicato capire bene le forme dei diversi alloggiamenti per le miniature. In realtà persino questo pare essere stato considerato: sui lati interni della scatola è presente una “guida” che mostra come riporre i diversi pezzi.

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