domenica 1 dicembre 2013

LA DROGA TI TRASFORMA IN ZOMBI

Biancaneve (un vero e proprio “nomen omen”) ridotta dal consumo di cocaina a uno zombie devastato e putrescente, mentre i sette nani (e “nani” è anche il nome col quale vengono spesso definiti i pusher) assistono indifferenti alla scena, ognuno perso in se stesso, ognuno specchio di un preciso sintomo/effetto provocato dalla cosiddetta polvere bianca.

Una scena carica di orrore e angoscia, rappresentata su un’inquietante sfondo notturno. In primo piano, inoltre, una mela divorata fino al torsolo simboleggia l’avvelenamento e la morte.

Illustrata da Pasquale Qualano (disegnatore di Poggiomarino che lavora ormai da alcuni anni per diverse case editrici di comics statunitensi) a sua volta coadiuvato dalla tavolozza digitale della brava colorista di origini lucane Ylenia Di Napoli (anch’essa conosciuta principalmente per i suoi lavori pubblicati Oltreoceano), questa importante campagna sociale diretta contro l’uso della cocaina si avvale di fondi europei e parte da un’iniziativa del Piano di Zona di Cava de’ Tirreni.

Ideatori del concept e della promozione sono Francesca Mastrolla, Manuel Lupi e Francesco Nobile.

“Il progetto è stato strutturato in due parti”, ha spiegato Nobile. “Abbiamo dapprima ideato dei questionari per le scuole in cui abbiamo chiesto agli studenti quali fossero i fattori critici che, secondo loro, favorirebbero il consumo di stupefacenti. E siccome compagnie e dinamiche di gruppo si sono rivelate centrali nelle loro risposte, ne è derivato che la successiva campagna di manifesti e cartellonistica è stata improntata sullo slogan: “Scegli bene i tuoi amici”. L’idea, poi, di utilizzare delle versioni distorte di Biancaneve e i sette nani è stata magnificamente supporta dall’arte di Qualano e Di Napoli”.

L’idea che l’antica fiaba popolare di “Biancaneve e i sette nani” canonizzata dai fratelli Grimm proponga – nella versione cinematografica realizzata da Walt Disney – dei chiari riferimenti agli effetti dell’abuso di cocaina, rappresenta una sorta di “leggenda culturale” che di tanto in tanto torna a farsi spazio sui media. Ultimamente è stato Mitchell Stephens, docente di Storia della Televisione all’Università di New York, a farsene promotore. Ovviamente si tratta di tesi basate su prove che definire indiziarie è poco (la ricerca di sottotesti “perversi” intorno ai lungometraggi targati Disney rientra nelle famigerate “teorie del complotto”).

Gli zombie della cocaina campagna contro la droga

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