domenica 20 novembre 2016

IO SONO UN EROE


I Am a HeroSe gli zombie-movie d'Oriente non hanno mai ottenuto molto riscontro al di fuori dei confini nazionali, esclusa qualche follia "scult", questi ultimi mesi sembrano aver cambiato radicalmente le carte in tavola: basti pensare solo alla scena sud-coreana che negli ultimi mesi ci ha regalato due grandi titoli come Train to Busan (2016) e The Wailing (2016). In questo revival dei non-morti dagli occhi a mandorla non poteva naturalmente mancare il Giappone, dove ad aprile ha fatto la sua uscita nelle sale I am a Hero, adattamento live-action dell'omonimo manga di Kengo Hanazawa (distribuito anche in Italia). In questa trasposizione del fumetto seguiamo la storia di Hideo, aiutante di un famoso disegnatore che sogna di dare alle stampe la sua opera prima; ogni suo progetto viene purtroppo rifiutato, portandolo a trovarsi in serie difficoltà economiche e a litigare con la compagna di una vita. Un giorno però tutto cambia radicalmente quando un misterioso virus comincia a diffondersi nell'intero Paese, trasformando la maggior parte delle persone in famelici zombie. Neanche la fidanzata di Hideo scampa all'epidemia e il nostro si ritrova a fuggire in compagnia di una giovane liceale destinazione monte Fuji, dove gli ultimi dispacci giornalistici sostenevano che il contagio non avesse effetto sulla popolazione.

La parabola dell'uomo comune pronto a improvvisarsi eroe della situazione caratterizza le due ore di visione di I am a Hero, avvincente zombie movie sempre in bilico tra una verve ironica tipicamente nipponica e sani e violenti istinti di genere. Dopo un inizio introduttivo nel quale veniamo a conoscenza della complessa personalità del protagonista, uomo incapace di reagire alle ingiustizie della vita, da quando ha luogo il diffondersi dell'epidemia il film subisce un crescendo di ritmo e tensivo divertimento nei molteplici assalti da parte dei novelli infetti, realizzati con un ottimo mix di trucco ed effetti speciali computerizzati capaci di dar vita a morti viventi sempre diversi, dal lottatore di sumo al campione di salto in alto, che si rendono protagonisti di alcune delle scene clou. La narrazione, che segue abbastanza fedelmente l'opera originaria, si appoggia a molti dei luoghi comuni del genere, con tanto di rifugio organizzato dai superstiti dove avranno poi luogo lotte per la supremazia tra gli stessi sopravvissuti e centro commerciale da depredare per le provviste, ma ha qualche elemento di originalità nella gestione del personaggio di Hiromi, studentessa che pur infetta è parzialmente riuscita a fermare il processo di trasformazione. Il sangue scorre copioso in un'apoteosi d'azione avvincente che sfrutta un ottimo look splatter oriented flirtante con un più solido realismo, evitando scene eccessivamente crude ma dando vita ad un paio di roboanti carneficine (pre-finale in primis), con tanto di massacro accompagnato dalle note di un valzer pompate a tutto volume dagli altoparlanti. I am a Hero si rivela quindi un'operazione estremamente godibile che trova il perfetto equilibrio tra dramma, comicità e gustosi slanci emoglobinici tipici del filone.

Nessun commento:

Posta un commento