domenica 4 dicembre 2016

IL PUNK E' RISORTO


Quando muore una rockstar, si spegne un sogno. Quello che vive sulle note di canzoni indimenticabili. Quello che illumina la vita con emozioni fortissime. Quello che viaggia veloce sull’urlo della voce, sui riff di chitarra, sulle rullate della batteria.
E se fosse possibile richiamare dal mondo dei morti i miti del rock? Da questa provocazione sono partiti lo sceneggiatore Paolo Baron, napoletano di origine, e il disegnatore Ernesto Carbonetti, nato ad Atessa in provincia di Chieti. Ha preso forma così la serie a fumetti “Punk is undead”, pubblicato prima in tre parti e raccolta adesso in un curatissimo volume unico dalla casa editrice 80144 Edizioni (22 euro).
La storia è di quelle che acchiappano subito per il bavero e ti inchiodano alle pagine. Il disegno, oscuro, iperrealista, sanguigno quanto basta, accompagna con grande forza i destini di Robbie “Note” Charles e di Billy Sheik, due discografici con un passato nel cinema porno e nei bassifondi di Los Angeles, che sognano di riformare una superband con alcuni tra i grandi musicisti morti. Così, infischiandosene di quello che dirà lo star-system, decidono di riportare in vita un cantante indimenticabile come Jim Morrison, un chitarrista stellare come Jimi Hendrix e un bassista inarrivabile come Jaco Pastorius.
E ci riescono. Ma il problema è che i tre divi sfuggono troppo presto al controllo. Si rivelano zombie affamati di carne e sangue umano. E quando azzannano l’ex pornostar Amy, trasformando anche lei in un morto vivente, Note e Billy decidono di darsela a gambe.
Ma il loro sogno non può morire così. Arrivati a Londra, si mettono subito in contatto medianico con due icone del punk: il marcissimo Sid Vicious, bassista dei Sex Pistols, e il leggendario frontman dei Clash Joe Strummer. Potrebbe funzionare con loro se Sid non si sparasse in vena tutto quello
che trova, finendo presto per tornare all’altro mondo. E se i due lestofanti del mondo discografico non si trovassero faccia a faccia con il Signore dell’oscurità. Non prima di aver provato a riesumare nientemeno che Sua Maestà del reggae Bob Marley.

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