
E se fosse possibile richiamare dal mondo dei morti i miti del rock? Da questa provocazione sono partiti lo sceneggiatore Paolo Baron, napoletano di origine, e il disegnatore Ernesto Carbonetti, nato ad Atessa in provincia di Chieti. Ha preso forma così la serie a fumetti “Punk is undead”, pubblicato prima in tre parti e raccolta adesso in un curatissimo volume unico dalla casa editrice 80144 Edizioni (22 euro).
La storia è di quelle che acchiappano subito per il bavero e ti inchiodano alle pagine. Il disegno, oscuro, iperrealista, sanguigno quanto basta, accompagna con grande forza i destini di Robbie “Note” Charles e di Billy Sheik, due discografici con un passato nel cinema porno e nei bassifondi di Los Angeles, che sognano di riformare una superband con alcuni tra i grandi musicisti morti. Così, infischiandosene di quello che dirà lo star-system, decidono di riportare in vita un cantante indimenticabile come Jim Morrison, un chitarrista stellare come Jimi Hendrix e un bassista inarrivabile come Jaco Pastorius.
E ci riescono. Ma il problema è che i tre divi sfuggono troppo presto al controllo. Si rivelano zombie affamati di carne e sangue umano. E quando azzannano l’ex pornostar Amy, trasformando anche lei in un morto vivente, Note e Billy decidono di darsela a gambe.
Ma il loro sogno non può morire così. Arrivati a Londra, si mettono subito in contatto medianico con due icone del punk: il marcissimo Sid Vicious, bassista dei Sex Pistols, e il leggendario frontman dei Clash Joe Strummer. Potrebbe funzionare con loro se Sid non si sparasse in vena tutto quello
che trova, finendo presto per tornare all’altro mondo. E se i due lestofanti del mondo discografico non si trovassero faccia a faccia con il Signore dell’oscurità. Non prima di aver provato a riesumare nientemeno che Sua Maestà del reggae Bob Marley.
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