domenica 26 giugno 2016

VIVI QUATTRO GIORNI DOPO IL DECESSO

La morte è davvero la fine di tutto?
Suscita molti interrogativi il risultato di uno studio americano che rimbalza sulla stampa straniera. Il team del microbiologo dell'University of Washington a Seattle, Peter Noble, ha infatti scoperto che alcuni geni restano attivi per alcuni giorni dopo la morte: nei pesci questo accade per almeno quattro giorni, mentre nei roditori 'solo' per due giorni dopo il decesso.
Il lavoro, condotto grazie a una nuova tecnica di misurazione dell'attività dei geni, è stato pubblicato sul sito web bioRxiv, ma l'autore ha spiegato che è stato sottoposto anche a una rivista scientifica.
"E' un esperimento di curiosità, per vedere che cosa accade quando muori", spiega Noble che firma la ricerca insieme ad Alex Pozhitkov. Precedenti studi condotti analizzando sangue e tessuti di fegato da cadavere avevano mostrato un'attività post-mortem di alcuni geni.
 Noble e i suoi colleghi ne hanno valutati sistematicamente oltre 1.000, nei tessuti di zebrafish e di topolini morti da poco. Così hanno tracciato l'attività di centinaia di geni 'zombie', ancora 'accesi' dopo la morte. Con un record nei pesci: ben quattro giorni.
Molti di questi geni zombie, che restano attivi post mortem, svolgono attività necessarie nei momenti di emergenza (come quelli che accendono il sistema immunitario).
Ma altri tasselli del Dna ancora attivi dopo la morte hanno stupito i ricercatori: si tratta di quelli che normalmente aiutano lo sviluppo dell'embrione, e che non sono necessari dopo la nascita. Ma anche di alcuni geni che favoriscono lo sviluppo di tumori.
geniUna scoperta che potrebbe aiutare a capire come mai le persone che ricevono un trapianto da un donatore morto di recente hanno un più elevato rischio di cancro, dice Noble. Secondo il farmacologo Ashim Malhotra della Pacific University, in Oregon, che non è stato coinvolto nella ricerca, "si tratta di uno studio interessante, che potrebbe" essere usato in futuro per "un dispositivo diagnostico in grado di predire la qualità di un trapianto".

Nessun commento:

Posta un commento