domenica 7 febbraio 2016

SOTTERANEO

Ammettiamolo. Da quanto tempo non abbiamo a che fare con un survival horror duro e puro, con tanto di crafting, esplorazione, bisogni “corporali” (sonno, sete, fame), loot a manetta, grafica old style, torcia elettrica, buio perenne e un’ambientazione da tipico fanta-horror (siamo su Marte per la precisione)? Molto tempo, ma per fortuna ci pensa Subterrain a riportarci un po’ di sani spaventi in salsa survival e dobbiamo ammettere che lo fa con risultati più che buoni, considerando anche il prezzo richiesto su Steam (14,99 euro) e il supporto continuo che Pixellore sta fornendo alla sua creatura (siamo già al quarto aggiornamento in dieci giorni dall’uscita del gioco). Mentre se ne sta tranquillo in cella, ecco il finimondo. Le luci si spengono, il silenzio è totale e dopo qualche ora ecco le prime grida, i primi lamenti, rumori sospetti. Qualcosa di molto brutto è successo nella base e West, una volta uscito dalla cella, non ci mette molto per capire di ritrovarsi in un incubo tra corpi smembrati distesi per terra, nessun segno apparente di vita e strane creature che si aggirano per i corridoi. Subterrain inizia subito alla grande con un’atmosfera contagiosa e, dopo aver capito i controlli non proprio immediati (consigliamo mouse-tasitera invece del pad, comunque supportato), eccoci pronti a esplorare questa base con solo i nostri pugni come unica arma, condotti d’areazione come passaggi alternativi e tanta tensione. Ci si immerge subito in questa location da incubo e si impara altrettanto rapidamente a raccogliere il loot e a tenere d’occhio i parametri vitali come sonno, fame, sete e ossigeno, visto che la sostanza gassosa che ha scatenato il macello nella base è ancora attiva. Giusto quest’ultimo elemento finisce con il rendere a volte il gameplay un po’ frustrante vista la scarsità di ricariche di ossigeno, ma per il resto l’aspetto survival è reso molto bene e non diventa mai soverchiante, grazie anche al loot generoso che spinge tra l’altro a esplorare il più possibile.Ben presto si accede anche al crafting e alla creazione/modifica delle armi e armature. Anche in questo caso Pixellore ha fatto un buon lavoro non rendendo il tutto troppo complicato (anche a livello di interfaccia), anche se alla fine una maggior varietà di armi non avrebbe fatto male. Il bestiario è piuttosto vario e per fortuna non ci sono solo zombi ma anche creature di ogni genere, alcune davvero schifose solo da guardare. Non manca inoltre un po’ di micro gestione dell’inventario vista appunto la quantità di oggetti che potremo raccogliere e la longevità, che si attesta tre le 10-15 ore, non delude ed è anzi superiore alle aspettative. Tutto bene quindi? Non proprio. Dal voto avrete capito che abbiamo apprezzato Subterrain, ma i difetti e le pecche non mancano. La più evidente è l’eccessiva uniformità dell’ambientazione anche nelle aree della base più lontane tra loro. Spesso sembra insomma di essere capitati nelle stesse stanze e negli stessi corridoi visti in precedenza e anche il buio perenne, illuminato solo dalla nostra torcia, potrebbe stancare dopo un po’. L’altro limite, di cui ci si accorge però solo verso il finale, è un bilanciamento della difficoltà non impeccabile. Il gioco in sé non è un’esperienza hardcore e la parte iniziale e quella finale sono tutto tranne che impossibili, mentre a metà gioco si finisce a incontrare passaggi davvero tosti e al limite del frustrante. Terzo difetto, che però ad alcuni potrà anche non sembrare tale, è il sistema di combattimento. Con un approccio melee non andrete molto lontani e quindi si continua a combattere con le armi a distanza indietreggiando di fronte ai nemici e colpendoli dalla massima distanza possibile. Nulla di male, ma dopo una decina di ore si sente il bisogno di qualcosa di più vario che il gioco non riesce però a dare.

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