sabato 26 dicembre 2015

NEGLI OCCHI QUELLA LUCE

“Quella luce negli occhi” (Edizioni Clichy, 2015) è una storia di zombi senza un goccio di sangue. Un romanzo acutamente anomalo, al punto da poterlo definire un trattato di tanatologia costruito sul topos dei revenant. Ci sono due modi di affrontare il tema: il primo è “di pancia” ed è tipico della narrativa pulp (sangue, poltiglia e antropofagismo a più non posso); il secondo è cerebrale, speculativo, travalicante le caratteristiche del genere. Doveroso rimarcare come “Quella luce negli occhi” inerisca magistralmente alla seconda categoria. Tenuto conto delle debite differenze, in alcune sue parti sembra Bergman adattato a una zombie’s story. Bennet Sims è in grado di trascendere i capisaldi del filone attraverso la sua rilettura filosofica, edificata su perturbante, vissuti, ricordo, affettività, sull’esiguo confine che separa la vita dalla morte, le ragioni del cuore e quelle dell’intelletto. Il libro si spende in sei capitoli (un capitolo per ogni giorno, da lunedì a sabato), senza espedienti pretestuosamente gore, tenendo vivo il plot attraverso dialoghi funzionali e la voce interiore dell’io-narrante. Il libro è incentrato sugli stati d’animo (più che sulle vicende) dei tre protagonisti, restituendo, di pari passo, i piani sequenza di una comunità (di un mondo?) che senza come e perché è stata costretta a confrontarsi con la resurrezione dei suoi morti.
Quella luce negli occhi - Bennet SimsA Baton-Rouge è esplosa un’epidemia, a seguito della quale i cadaveri hanno preso a vagolare attorno ai luoghi più significativi della loro esistenza. Da tre settimane Matt sta cercando suo padre del quale ha perduto ogni contatto, sostenuto nella ricerca dall’amico Michael e, in parte, dalla moglie di questi, Rachel. La trama in pillole sarebbe questa, ma è nel peso specifico del sotto-testo che risiede il nocciolo significativo del romanzo, sorretto da un taglio descrittivo (sia interiore che esteriore) che fa riflettere senza annoiare. Quella di Bennet Sims - qui è al suo esordio nella narrativa - è una scrittura limpida che, in coda al 2015, ci consegna uno dei romanzi più belli dell’anno.

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