E’ questa la storia di Go home- A casa loro, un horror allegorico scritto da Emiliano Rubbi che
vuole utilizzare gli zombie come metafora per una società sempre più
chiusa, spaventata, aggressiva nei confronti dei migranti, dei profughi,
del “diverso da sé” in generale.
Il film, unico nel suo genere,
sarà realizzato in “multilingua”.
Ad esso prenderanno parte anche
diversi attori africani (professionisti e non) attualmente richiedenti
asilo, ospiti in diverse strutture della capitale e che attualmente
partecipano al laboratorio di videomaking e recitazione Il Ponte sullo schermo, tenuto dalla stessa regista Luna Gualano.
Moltissimi artisti, associazioni e case di produzione hanno sposato il progetto del film Go Home – A casa loro. Zerocalcare ha disegnato la locandina del film, Il Muro del Canto, i Train to Roots, Daniele Coccia e Piotta parteciperanno con la loro musica. Baburka Production si occuperà delle scenografie, dei costumi e degli effetti speciali. Yomigro assiste in tutte le fasi al laboratorio con i migranti presso lo Strike spa. Il centro sociale Intifada e lo Strike spa metteranno a disposizione i propri spazi come location. La Zona e Cocoon Production si
occuperanno del coordinamento dell’intero progetto e della
post-produzione. Inoltre, un folto numero di professionisti del settore,
associazioni e micro-finanziatori stanno già partecipando con il loro
sostegno assieme ai nomi già citati e la lista dei partecipanti è
lunghissima ed in crescita costante.
In un mondo dove tutto è
regolato dalla logica del profitto, siamo convinti che sia possibile
creare un film destinato alla distribuzione “tradizionale” che parta
comunque da un’intenzione e da una volontà radicata nel sociale.
Siamo
convinti che le due realtà non debbano escludersi a vicenda ma che,
anzi, debbano imparare a convivere, nell’ottica di una crescita del
settore che sia insieme solidale e sostenibile.
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