Il nome del gruppo è tutto un programma, una provocazione a tutto
ciò che oggi è musica mainstream. Ma la band di Torino usa gli stessi
ingredienti del pop, ma con modalità diverse. Il risultato? Un pop non per zombie.
È un passato solido quello su cui si edificano i PopForZombie, infatti i
cinque musicisti provengono da realtà conosciuto nell’underground come
SUBà e Moivo, per un totale di ben cinque album pubblicati.
La mescolanza ha generato questo nuovo progetto che debutta con un album lineare che sin dal primo ascolto svela un volto gradevole, con canzoni costruite con gusto, tra chitarre liquide e ritornelli che si ricordano. E cito Max GAzzè e Baustelle, per darvi un’immagine ampia della proposta dei PopForZombie.
Dieci canzoni, con almeno tre gettoni d’oro da giocarsi: “Radio” (“Siamo
contenti di quello che possiamo ascoltare alla radio. Non lamentiamoci
che il palinsesto è perfetto”), “Bianco” e “É così che va”, per un
lavoro con qualche intoppo, ma che merita l’attenzione di chi ancora
crede ad un via alternativa al pop italiano fasullo dei talent show.
Bello il libretto, che ricorda un vecchio quotidiano sportivo degli anni ’50.
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