Con la collana PixelJunk, il team Q-Games capitanato da Dylan
Cuthbert ha sempre proposto produzioni ricercate, particolari e spesso
molto poco mainstream.
Il peculiare The Tomorrow Children
ne è un esempio perfetto: un titolo decisamente fuori dagli schemi, che
ha faticato purtroppo a ritagliarsi un proprio spazio nella "comunità"
videoludica. Considerando lo sperimentalismo di Q-Games, quindi,
stupisce scoprire che Dead Hungry, primo titolo per VR sviluppato
dallo studio nipponico, si orienti verso uno stile di gioco che ha
invece facile presa sul grande pubblico, proponendo un'esperienza a suo
molto semplice, diretta e spesso umoristica, a base di zombie e
hamburger.Dead Hungry ci vede vestire i panni del proprietario di uno
dei tanti furgoni che vendono cibo da strada nelle piazze o fuori da
luoghi in cui si svolgono concerti ed eventi sportivi.
Indossato il
visore ci troveremo così all'interno della cucina mobile, con il piano
da lavoro dinanzi a noi, la griglia sul lato destro e gli scomparti per
gli ingredienti alla nostra sinistra. Sarà nostro compito, in sostanza,
preparare in tutta fretta panini, bibite e patatine fritte, andando a
soddisfare una clientela composta da non morti in lento ma incessante
avvicinamento.
La presenza degli zombie è il primo segnale che introduce le atmosfere di Dead Hungry, folli e spensierate come solo alcune delle migliori produzioni nipponiche del passato hanno saputo dimostrarsi.
La mente corre veloce a Crazy Taxi e al suo stile così arcade e punk, sottolineato anche da una colonna sonora che è rimasta negli annali del videogioco; Dead Hungry
prova a seguirne le orme, replicando in chiave assurda ed estremizzata
un'attività lavorativa reale, condendo l'esperienza con musiche molto
più heavy rispetto a quelle del capolavoro di SEGA.
Ogni sfida di Dead Hungry
si fa quindi subito frenetica, sia perché gli zombie si presentano in
gran numero sia a causa dei tempi di preparazione di ogni pietanza: un
panino classico prevede la cottura di un hamburger sulla griglia,
l'aggiunta di una fetta di formaggio, pomodoro e insalata come
guarnitura e il classico pane tondo in chiusura, con la tipica
bandierina infilzata sulla sommità; per le bibite i passaggi sono più
semplici, in quanto basta premere il tasto sopra la coppia di erogatori,
mentre il tappo dei bicchieri e la cannuccia verranno aggiunti
automaticamente; nel caso delle patatine, invece, bisogna attivare la
friggitrice, avendo l'accortezza di non lasciarle troppo a lungo immerse
nell'olio bollente.
Appena una pietanza è pronta potremo lanciarla
agli zombie in arrivo, che rallenteranno l'avanzata per gustarsela,
diminuendo progressivamente la loro fame, come evidenziato da un
indicatore situato sopra le loro teste.
Anche in questo caso riaffiorano i riferimenti a Craxi Taxi,
poiché un non-morto con la pancia piena si trasformerà nuovamente in un
essere umano compiendo un balzo, con un effetto simile a quando si
riusciva a portare un passeggero a destinazione.
La struttura di
gioco si basa su una serie di ondate, con l'obiettivo costante di
sfamare tutti gli zombie prima che raggiungano il furgoncino e si cibino
delle nostre carni. Ogni livello condivide dunque l'ambientazione ma
aggiunge varianti di ogni genere, come creature sovrappeso
caratterizzate da una fame ben superiore alla norma, oppure fastidiose
limitazioni, come la mancanza di verdure o altri ingredienti, che vanno
ad inficiare le possibilità di soddisfare i clienti nella maniera più
rapida e meno pericolosa possibile.Proseguendo nel gioco si scoprono inoltre molti dettagli che, almeno
inizialmente, possono anche passare inosservati, e che - se appresi a
dovere - sono persino in grado di influenzare la propria strategia,
rendendo in tal modo il gameplay più interessante: le bibite, ad
esempio, sfamano poco ma fermano uno zombie sul posto per svariati
secondi, mentre i contenitori di ketchup e maionese sono un'ottima
soluzione per calmare temporaneamente gli "acquirenti" ormai molto
vicini al bancone. È poi possibile tirare contro di loro del cibo avariato,
che magari è stato troppo a lungo in frittura, oppure alcune pizze, che
gli zombie odiano e rigettano, perdendo il ritmo dell'avanzamento e
producendo versi a metà tra il comico e il raccapricciante.
Occasionalmente saremo poi impegnati con vere e proprie boss battle,
che modificano ulteriormente le regole del gameplay, e che richiedono
di pensare ed agire fuori dagli schemi, magari preparando quel quintuplo
cheeseburger che non solo farà la felicità dello zombie più affamato ma
che potrebbe anche valere l'ottenimento di un trofeo particolarmente
ambito.
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