Nel primo Dead Snow siamo nella Norvegia del nord, dove un
gruppo di universitari raggiunge una baita in alta montagna per passare
le vacanze pasquali sulla neve. L’idea quella di trascorrere serene
giornate a gozzovigliare tra sesso e alcol sino al momento in cui
all’interno dell’abitazione non viene ritrovata una cassetta contenente
oro e antichi preziosi.Nonostante l’ammonimento di un poco affabile campeggiatore del posto i
giovani non badano più di tanto al suo terrificante racconto legato
alla Seconda Guerra Mondiale, in cui una guarnigione di soldati del
Terzo Reich fu incaricata di compiere una strage di civili. Mentre
Vegard (Lasse Valdal), preoccupato del ritardo della fidanzata, si
allontana dagli altri per andare a cercarla con una motoslitta il resto
dell’allegra combriccola precipita nel panico più totale.
Costretti
a barricarsi come possono nella casetta di legno tentano disperatamente
di respingere l’assalto di zombie in divisa da soldati nazisti e
comandati dal colonnello Herzog (Ørjan Gamst). Numericamente inferiori i
sopravvissuti ai primi attacchi riescono a entrare nell’attiguo capanno
degli attrezzi armandosi di motosega, martelli e asce nella speranza di
rallentare l’orda di morti viventi e consentire a due di loro di
raggiungere la stazione di polizia.
Dead Snow 2: Red vs Dead riparte
esattamente dove si era interrotto il primo film, in cui Martin (Vegar
Hoel) ha combattuto sino allo strenuo delle forze ed è riuscito a
raggiungere un’auto dandosi alla fuga, realizzando troppo tardi il
motivo per cui i nazi-zombie hanno attaccato lui e i suoi
amici. Risvegliatosi presso un ospedale locale si ritrova in stato di
fermo, ritenuto il killer che ha fatto strage dei compagni mentre la sua
versione dei fatti viene interpretata come il delirio di un folle.
Nel
frattempo il colonnello Herzog assieme alla fedele compagnia di morti
viventi decide di scendere a valle e, dopo aver seminato morte e
distruzione presso un museo dedicato alla Seconda Guerra Mondiale, si
impossessa di un carro armato e muove verso la locale cittadina per
compiere una nuova strage.
In seguito alla chiamata di soccorso da parte di Martin un team
statunitense anti-zombie arriva nella medesima località preparandosi
allo scontro: nuovamente inferiori di numero sono costretti a chiedere
aiuto niente meno che all’oltre tomba, in corsa contro il tempo per
formare a loro volta un esercito e contrastare l’avanzata dell’orda
assassina alla conquista del mondo.
Dopo i primi approcci alla
settima arte il giovane norvegese Tommy Wirkola seppe imporsi
all’attenzione delle platee, non solo locali, con la realizzazione di Dead Snow nel 2009: regista, sceneggiatore e attore di un riuscito film splatter venato d’ironia e a bassissimo budget. Inedito da noi, proiettò Wirkola verso una prima importante produzione: Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe (2013), tornando l’anno successivo al suo primo amore mettendo in scena il sequel di Dead Snow: Red vs Dead.
Nonostante il primo film sia inevitabilmente condizionato da una non
invidiabile pochezza di mezzi, cast e troupe devono avere fatto i salti
mortali per riuscire nell’impresa. Budget che non ha fermato la creatività
all’interno di un’avventura graficamente fortissima dove si morde il
freno in attesa del prossimo scontro all’ultimo metro d’intestino e una
trama davvero minimal senza perdere di grinta sino alle battute finali.
Non manca neppure un simpatico omaggio al capolavoro di Mel Brooks, Frankenstein Junior.
Divertimento assicurato per un’opera demenzial-horror accolta positivamente in giro per il mondo, purtroppo snobbata da noi. Nettamente superiore il sequel
ritrovando i superstiti del primo film, in particolare l’ottimo Vegar
Hoel nel ruolo di Martin, che oltre a combattere con un demoniaco
braccio trapiantato si fa carico di mettere insieme la squadraccia di
zombie e scatenati nerd americani per affrontare gli accoliti di Herzog.
In questo caso gli omaggi sono a ripetizione a Star Wars, compresa la replica di un binocolo visto all’inizio de L’impero colpisce ancora.
Ancora più splatter ma soprattutto ancora più comico nei momenti più sanguinolenti in cui ci si ritrova coinvolti in gustose risate come non accadeva dai tempi del memorabile L’alba dei morti dementi – Shaun Of The Dead
di Edgar Wright (2004). Artigianato e grande passione che richiamano
alla memoria anche l’esordio dietro la cinepresa di Sam Raimi col suo
primo, formidabile La casa – Evil Dead: anche allora l’obbiettivo non era la satira sociale di cui sono permeati capolavori del passato come Zombi – Dawn Of The Dead del compianto George A. Romero.
Il baricentro di entrambi i film è il rollercoaster gore per stomaci forti e amanti delle slapstick comedy
(come una testa mozzata e calciata in cima a un albero nemmeno fosse un
pallone da football) anche se qualcuno ha paventato echi e analogie
alla crisi economica globale in cui le persone, in difficoltà a sbarcare
il lunario, possono uscirne vincenti facendo quadratoRiuscite sceneggiature che riportano in auge i nazi-morti viventi che non sono invenzione di Wirkola, ricordando altre pellicole piuttosto ‘impolverate’ tra cui Shock Waves – L’occhio nel triangolo (1977) e Zombie Lake – Le lac des morts vivants (1981). Dead Snow I & II sono due film imperdibili per gli amanti del genere.
Assenti ingiustificati in Italia almeno in HD e comunque privi di passaggio in sala, Koch Media ha rimediato
proponendo i due film in un’unica pubblicazione Blu-ray mentre
ricordiamo che all’estero sono da tempo oggetto d’attenzione in altri
Paesi europei come la Gran Bretagna, dove già l’anno scorso li avevamo
recuperati singolarmente. In particolare in Germania è di difficile
acquisizione una limited edition con testa mozzata del colonnello Herzog
e prezzi a partire da 115€ (Amazon deutsche non consente la vendita
verso l’Italia).
Girati interamente in digitale a risoluzione 2K, i due film hanno buona qualità d’insieme anche se differiscono per la resa tecnica. I limitati mezzi del primo si ripercuotono sulla visione con alcuni passaggi in cui si riscontra inferiore solidità con affioramento di minimo aliasing
in background (per esempio le cime delle montagne più remote). Uno
spettacolo nel complesso gradevole anche su schermi di grandi
dimensioni, formato 1.85:1 (1920 x 1080/24p) su BD-50 per la prima opera
e 2.35:1 per la seconda, a parità di risoluzione, cadenza frame e
supporto.
Neri dignitosi, saturazione e ricchezza colori ponendo l’accento sul contrasto tra il bianco della neve e i fiumi di sangue. Maggiore solidità e senso di tridimensionalità nel secondo film, ulteriore rifinitura particolari in secondo piano e sui fondali risaltando il comparto cromatico, neri sopra la media.
Prima di questa pubblicazione era già presente un doppiaggio del
primo film messo in opera per il DVD da parte di BIM/QMedia. Traccia DTS-HD Master Audio 5.1 canali in italiano su entrambi (sul primo film disponibile anche una DTS-HD Master Audio 2.0 italiano) anche se con evidenti differenze tecniche.
In Dead Snow
la sequenza dei vacanzieri nelle auto in viaggio verso la baita propone
i dialoghi su tutti i diffusori, dando quasi l’impressione di essere
all’interno della cabina mentre l’originale norvegese rimane tutto
concentrato sul centrale. A nostro avviso non da considerare come un
vero e proprio difetto ma una scelta di diverso missaggio con altro
grado di coinvolgimento. Subwoofer profondo nel corso
dell’accompagnamento musicale, alcuni effetti ed elementi discreti. Nel
complesso l’originale norvegese risulta un gradino sopra.
Migliora la resa con Dead Snow 2 dove l’italiano surclassa la traccia inglese
per volume d’insieme, rimarcando ulteriormente elementi di supporto
dalla sezione rear, dialoghi e alcuni passaggi adrenalinici, come nel
corso delle scorribande del tank germanico e della gigantesca battaglia
tra esercito sovietico e tedesco.Apprezzabile lo sforzo di inserire materiale a supplemento che farà la gioia dei cinefili più creativi, curiosi di scoprire i retroscena della lavorazione. Sul Blu-ray del primo film un incontro esclusivo realizzato da Nocturno in
compagnia del regista assieme al supervisore effetti visuali Bryan
Jones di Storm Studio (17′). Alcuni truculenti ciak (2′), focus sugli
effetti visuali (3′). Secondo Blu-ray: commento del regista, fumetto b/n ispirato al film con dialoghi in inglese, cortometraggio Armen,
storyboard e breve clip sugli effetti speciali. Sottotitoli in
italiano. In aggiunta libretto con approfondimenti a cura di Nocturno
editore.Un paio di considerazioni sulle edizioni estere: sulla
UK del primo film è incluso un film documentario di 49′ min con immagini
della realizzazione viste prevalentemente dagli occhi dei giovani
addetti alla bassa manovalanza e per questo non così esaustivo. La
statunitense del secondo film offre anche la versione internazionale
(durata 1.40.54/1080p) con dialoghi in norvegese e francese AC-3 5.1.
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