Stiamo parlando di “Lazzaro, il primo zombie” (128 pagine a colori,
brossurato, 16 euro), singolare graphic novel realizzata dall’accoppiata
formata dallo sceneggiatore napoletano Paolo Baron e dall’illustratore
teramano Ernesto Carbonetti, entrambi provenienti dal mondo della musica
(il primo ha vinto anche il Premio Ciampi), ma assai attivi nell’ambito
del fumetto con libri di culto come il grottesco “Suburbans” o
l’horror-noir “Punk is undead”.
Con “Lazzaro, il primo zombie”, Baron e Carbonetti rileggono le
pagine del Nuovo Testamento cercando di catturarne l’aspetto più dark e
inquietante: un mondo duro, barbarico che sembra in attesa di
un’apocalisse imminente, la predicazione di un messia carismatico e
dotato di poteri stregoneschi; la sua battaglia nel deserto contro un
Satana raffigurato come un crudele bambino alieno tratto di peso da “Il
villaggio dei dannati”; le possessioni demoniache e gli spettacolari
esorcismi; i miracoli che sovvertono l’ordine naturale della cose:
tempeste placate con un movimento della mano e stupefacenti ritorni
dalla morte.
Il risultato è sorprendente: in appendice al volume sono elencati
esattamente gli episodi evangelici che Baron, con ritmo incalzante e
testi concisi, provvede a sceneggiare e Carbonetti a rendere
graficamente con uno stile violento e nervoso che guarda a maestri quali
Alberto Breccia, Berni Wrightson, Frank Miller. Il suo impiego della
tavolozza cromatica che tende inoltre a rendere, tramite l’ocra e il
rosso, le tinte del deserto e del calore della Palestina, salvo poi
esplodere, in alcune tavole, nel drammatico contrasto tra colori
complementari.
Nulla
è rassicurante, in “Lazzaro, il primo zombie”: la figura di Gesù
rifugge dalla pacifica iconografia cattolica e diventa quella di un
agguerrito sacerdote dallo sguardo insostenibile, fisicamente
fortissimo, osannato da una folla che lo considera come un magico
condottiero. E poi c’è Lazzaro, la cui vicenda dà luogo a uno spaventoso
colpo di scena che apre la strada a un finale tanto inaspettato quanto
sconvolgente.
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