Prima ancora del titolo introduttivo, troviamo la giovane omosessuale Samantha alias Najarra Townsend,
che, in crisi con la propria compagna, dopo essersi ubriacata durante
una festa finisce per consumare un rapporto non protetto con un
misterioso individuo conosciuto sul postoCon una narrazione che, da questo momento in poi, comincia ad essere
scandita da didascalie riportanti il numero dei giorni che passano, Contracted Phase I (2013) di Eric England si
presenta in maniera evidente in qualità di allegoria-denuncia in salsa
zombesca nei confronti dei pericoli legati all’accoppiamento senza
precauzioni.
Perché, man mano che troviamo in scena anche la Caroline Williams di Non aprite quella porta parte 2 (1986)
nei panni della madre della protagonista, quest’ultima comincia ad
avvertire disturbi destinati a manifestarsi progressivamente,
dall’eccessiva perdita di sangue mestruale alle eruzioni cutanee, fino
alla perdita di denti, capelli e unghie.
E non risultano assenti
neppure vomitate di liquido rosso nel corso della quasi ora e venti di
visione che, efficacemente orchestrata tra lenti ritmi di narrazione e
momenti di disgusto a base delle degenerazioni corporee appena citate,
va tranquillamente a classificarsi nel filone dello zombismo
realisticamente raccontato come malattia, di cui fanno parte, tra gli
altri, I, zombie (1998) di Andrew Parkinson e Zombie honeymoon (2004) di David Gebroe.
Quasi
ora e venti di visione che, con qualche uccisione tirata in ballo nella
sua parte conclusiva, mai vista nelle sale cinematografiche italiane
viene resa disponibile direttamente su supporto blu-ray da Koch Media
nella sua collana Midnight Factory, attraverso una limited edition a
doppio disco che, dispensatrice nel primo del film e di una sezione
extra costituita da trailer e diciassette minuti di making of, offre nel
secondo il sequel Contracted Phase II (2015), diretto da John Forbes.
Sequel a proposito di cui il regista osserva: “Vedevo Contracted Phase I e Contracted Phase II come Alien e Aliens scontro finale.
Nel primo capitolo tutto ruotava intorno alla tensione: non sapevamo
che cosa stesse succedendo a Samantha. Invece quel che succede a Riley,
ora lo sappiamo, la malattia ha una progressione precisa e
inarrestabile. Il gatto era ormai saltato fuori dalla borsa, quindi si
doveva giocare a carte scoperte”.
Fuori dai giochi Samantha,
infatti, in questa continuazione si riparte direttamente dal finale del
capostipite e ci si concentra sul Riley che, interpretato da Matt Mercer, rientra tra le persone contagiate dalla ragazza.
Mentre
qualche breve flashback provvede a rinfrescare la memoria su ciò che è
accaduto, però, cambia anche la modalità di svolgimento del plot, in
quanto, sebbene anche qui non manchino di essere immortalati i sintomi
del morbo, con tanto di urinate all’emoglobina perdite di pus e vermi
dalla pelle, viene privilegiato il movimento, tanto che l’insieme non
cela un certo respiro da thriller.
Perché, se da un lato abbiamo
il nuovo infetto che s’impegna a rintracciare i responsabili
dell’epidemia per evitare che il virus si propaghi ulteriormente tra Los
Angeles e il resto del mondo, dall’altro, alla maniera di un serial
killer, torna in scena colui che contaminò Samantha.
Senza contare il fatto che, con il coinvolgimento di qualche altro zombi, vaghi echi da Il silenzio degli innocenti (1991)
vengano suggeriti dalla presenza di un’investigatrice che porta avanti
le indagini… per approdare ad un’ultima sorpresa posta nei titoli di
coda, ma soltanto dopo aver assistito alla serrata sequenza in ospedale
atta a chiudere un secondo episodio qui accompagnato dal trailer.
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