Vi fa più paura un lupo mannaro o un
funzionario televisivo senza scrupoli? Temete maggiormente la mummia o
un consulente finanziario che cerca di farvi sottoscrivere azioni
spazzatura? Non è meglio andare a mangiare una pizza col mostro di
Frankenstein che con una soubrette di mezza età siliconata a casaccio?
Ci sarà tempo per rispondere a queste domande perché “loro”, i morti
viventi, ormai hanno da tempo invaso le nostre città. Ai pochi
sopravvissuti alla catastrofe non resta altro che rifugiarsi al sicuro
nel Teatro Olimpico di Roma, l’unico risparmiato dall’epidemia, e
aspettare insieme che si plachi il morbo. Nel frattempo però Marco
Presta e Max Paiella, supportati dalle belle e agghiaccianti canzoni
eseguite dal Maestro di Giovanni, anche lui indigesto agli zombie, si
ritroveranno involontariamente protagonisti di uno spettacolo
“improvvisato” sulle tavole di un palcoscenico abbandonato in tutta
fretta da una compagnia fantasma, dove sono stati lasciati in bella
vista i pezzi incoerenti di una scenografia in allestimento: oggetti
vari, poltrone d’aereo, una tavola apparecchiata, due inginocchiatoi e
un inquietante grande letto sfatto, insieme ad alcuni bauli di costumi
usati e un provvidenziale pianoforte bianco.
Così, un po’ come era avvenuto durante
la pestilenza boccacesca del Decameron, a questo punto tanto vale
raccontarsi storie, lasciarsi andare a surreali sketch e fare un po’ di
musica in attesa che il mondo di fuori torni praticabile. Anche se, alla
fine, quanto saranno mai cattivi questi zombie? La risposta è molto più
terrificante della domanda.
Uno spettacolo “orribile” che non vi farà dormire dal ridere, per la regia di Fabio Toncelli.
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