Uscito nel 2014 su Playstation 4, #KILLALLZOMBIES approda
finalmente anche su Xbox One e PC, in una veste sostanzialmente identica
a quella indossata nella sua prima versione. Il gioco, che ci
apprestiamo ad analizzare, fa del suo originale concept di base il
proprio punto di forza: grazie ad una speciale integrazione con Twitch,
chi guarderà la partita avrà un ruolo attivo, venendo coinvolto negli
elementi principali dell’azione di gioco. Tramite un semplice sistema di
votazione, lo spettatore diventerà complice parziale del massacro che
si compirà su schermo; andando così a modificare pesantemente la partita
in corso. Con un’idea tanto interessante, lascia l’amaro in bocca
scoprire come ben oltre il concept e l’apparenza, il twin-stick shooter
di Beatshapers vada a mostrare diverse incertezze. In #KILLALLZOMBIES non è presente alcun tipo di plot narrativo;
semplicemente, in un imprecisato futuro, i civili vengono costretti a
partecipare a un evento “sportivo” in cui l’obiettivo è sopravvivere a
feroci attacchi da parte di un'infinita orda di zombie. In “nome del
divertimento” si potrà arrivare ad essere attaccati contemporaneamente
da oltre mille nemici: tutto dipenderà principalmente dalle decisioni
degli spettatori, che tramite la console stessa, oppure con l’utilizzo
di Twitch, avranno la possibilità di ostacolare il giocatore nei modi
più disparati. Uno dei punti chiave del titolo Beatshapers è proprio
quest’integrazione social, che riesce a donare alle partite dinamicità
(molta più di quanto si possa pensare), andando a modificare il gameplay
e l’approccio stesso alle diverse orde che il giocatore dovrà
affrontare. Gli spettatori potranno intervenire nel gioco in differenti
modi: ogni ottanta secondi potranno scegliere i parametri di svolgimento
del match, i bonus e le ricompense di fine ondata; oppure, in tempo
reale, potranno decidere di aumentare o diminuire la salute e la
velocità del personaggio, generare nemici aggiuntivi, sbloccare o
bloccare la possibilità di equipaggiare nuove armi o perfino invertire
tutti i comandi. Anche la schermata di selezione dei premi possiede un
proprio meccanismo di voto, per cui se il giocatore decide di aspettare e
selezionare quello che ha ricevuto più voti dagli spettatori, gli
verranno offerti punti aggiuntivi di esperienza e salute, che si sono
rivelati assolutamente fondamentali per riuscire ad aumentare i propri
punteggi di sopravvivenza. Almeno inizialmente, ci è sembrata un’idea
parecchio interessante ma il gioco, con il passare delle ore, ha
presentato qualche problema di bilanciamento. Nonostante le
limitazioni inserite per evitare qualsiasi tipo di eccesso, il più delle
volte, le decisioni di chi osserva tendono comunque a dare
un’accelerata fin troppo decisa alla difficoltà generale, rendendo
intere sezioni del match in corso, frustranti e poco appaganti; anche
quando, a causa dei pochi spettatori, la palla passa alla CPU il tutto
mostra più di qualche indecisione, come se mancasse cognizione di causa
nello spawn dell'innumerevole quantità di nemici che vi si presenterà su schermo. L’impatto iniziale è sostanzialmente uguale a quello di ogni altro shoot
'em up isometrico: con la levetta sinistra vi muoverete all’interno del
livello – purtroppo scarsamente sviluppato in questo specifico caso –
mentre con quella destra avrete la possibilità di scegliere dove
direzionare lo sparo; il tutto con l’obiettivo di uccidere quanti più
nemici possibili. Avrete inoltre la possibilità di effettuare un colpo
da mischia e di utilizzare alcuni speciali abilità e tipi di
equipaggiamento. Le armi a disposizione saranno parecchie; alle
classiche bocche di fuoco come fucili a canne mozze e mitragliatori si
affiancano infatti, speciali armi come balestre e fucili al plasma.
Anche i proiettili sono di vario tipo, insieme a quelli standard ne sono
presenti anche alcuni davvero speciali. Ludicamente parlando, #KILLALLZOMBIES
ruota attorno alla sopravvivenza vera e propria; uccidendo notevoli
quantità di zombie, si guadagnerà un determinato quantitativo di
esperienza, che consentirà al giocatore di salire di livello. Un
processo ovviamente fondamentale, perché ogni specifico progresso
porterà a una serie di premi (come il divenire invisibili o la
possibilità di uccidere con un solo colpo), utilissimi per sopravvivere
il più a lungo possibile. L’arena in cui il vostro personaggio si
muoverà è formata da centinaia di pannelli esagonali in grado di
cambiare il proprio aspetto e le dinamiche dell’azione di gioco; possono
crearsi nuovi ostacoli, in grado di essere un problema sia per gli
zombie che per voi. L’idea è teoricamente interessante, ma purtroppo,
come vedremo successivamente, non aiuta realmente il prodotto in alcun
modo. Durante le battute iniziali di gioco, il tutto appare molto
solido, ma con il passare del tempo, alcuni difetti di base, andranno a
divenire sempre più marcati. Sappiamo bene che quando si sviluppa un
twin stick shooter, uno dei problemi principali è senza alcun dubbio la
ripetitività di fondo, già presente nell’anima del genere di
appartenenza, ma è altresì nota l’esistenza di importanti esempi di
produzioni, che sono riusciti con vari accorgimenti a donare una certa
diversificazione all’esperienza di base. In #KILLALLZOMBIES non c’è
nulla di tutto ciò: nessuna classe o abilità realmente in grado, con il
passare delle ore, di cambiare l’approccio alle partite. A questo si
aggiunge la mancanza della coop online (modalità presente solo in
locale), che in giochi di questo tipo riesce a moltiplicare il
divertimento, facendo sopraggiunge la noia con maggiore difficoltà.
L’esperienza rimane dunque, nel suo insieme, sempre la medesima, e la
stessa rigiocabilità ne paga le conseguenze, a causa anche delle poche
modalità secondarie a disposizione.Un ulteriore problema che affligge il gioco, riguarda l’intero lavoro
svolto sul level design, segnato da un’esagerata monotonia visiva, in
cui i cambi in-game allo stage stesso risultano pressoché inutili. Come
detto precedentemente, #KILLALLZOMBIES propone infatti, tramite
le consuete decisioni degli spettatori, delle modifiche al terreno;
queste, si sono rivelate però non solo concettualmente poco
interessanti, ma rappresentano anche un parziale impedimento nel rendere
realmente vario l’ambiente di gioco. Graficamente siamo su livelli
mediocri e in generale, almeno tecnicamente, il titolo fa il suo dovere
(onestamente, ci saremmo stupiti del contrario), riuscendo a mantenersi
fluido nella maggior parte dei casi; soffrendo, meno di quanto si
potesse immaginare, il considerevole aumento dei nemici su schermo. Nota
di demerito anche per l’anonimo impianto stilistico, che mostra una
diversificazione generale – dai nemici, al setting, passando per il
proprio personaggio – sostanzialmente nulla. Gli zombie stessi, ad
esempio, si pongono come tutti uguali tra loro, con qualche saltuario
cambio di dimensione, sottolineando ulteriormente come #KILLALLZOMBIES sia semplicemente un titolo senza alcuna personalità. Anche
andando a guardare al comparto sonoro era lecito aspettarsi molto di
più, perché purtroppo, non presentando alcuna traccia degna di nota, il
tutto risulta fin troppo generico.
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