Là fuori ce ne sono davvero a miliardi, non solo di stelle ma anche di cadaveri ambulanti, tutti in cerca della poca carne sana rimasta ancora sulla terra. Carne attaccata alle ossa di sparuti coloni il cui destino è legato alle difficili decisioni del giocatore, salvatore dell'umanità in uno strategico tutto single player che ci trascina nella cupa ambientazione steampunk di un mondo post-apocalittico sull'orlo del baratro. Il successo su Steam è già stato certificato da tantissime copie vendute in Accesso Anticipato, ora cerchiamo di capire se oltre a una bella idea c'è anche di più.
Benché They Are Billions sia all'osso un classico strategico
basato sulla raccolta delle risorse, ci sono alcune particolarità, come
la natura della minaccia che dobbiamo affrontare, che lo rendono
peculiare. Le uniche unità che possiamo controllare direttamente
sono quelle offensive, mentre i lavoratori ci lasciano modo di
controllare sempre che nessuno zombie superi le nostre difese,
occupandosi delle loro faccende in modo del tutto automatico.
Siamo però costretti ad alloggiarne parecchi, costruendo le apposite
tende, perché ogni struttura e unità ha un costo in coloni. Non mancano
inoltre strutture che consentono di sbloccarne delle altre, fattore che
ci costringe a piazzare un gran numero di generatori in modo da
espandere l'estensione della colonia. Tutto questo ci porta a
dover gestire tonnellate di edifici e difese che mettono in primo piano
la fase di pianificazione architettonica, da seguire senza fretta
calcolando minuziosamente le risorse che scarseggiano sempre più,
anche inviando unità per la mappa a cercarne di quelle abbandonate
prima dell'apocalisse, che si fanno sempre più essenziali nelle
situazioni avanzate. Il compito, lo abbiamo detto, non è facile,
complice una curva di apprendimento tutt'altro che banale, e può spesso
capitare che una distrazione ci lasci in brache ti tela di fronte a una
valanga di bocche fameliche. Ma prendendo dimestichezza con le
meccaniche che includono una pausa attiva, durante la quale possiamo
selezionare le unità o pianificare costruzioni e upgrade, diventa senza
dubbio possibile avanzare in un gioco che ci porta attraverso quattro
diverse ambientazioni tutte decisamente curate. Inoltre la difficoltà
può essere personalizzata, alterando sia il numero di giorni a
disposizione per portare a casa la pellaccia che il numero di non morti
presenti nella mappa, al costo però del punteggio finale che per il
momento è l'unico vero riconoscimento, escludendo la possibilità di
sbloccare nuove ambientazioni. Il tutto mentre gli occhi sono deliziati
da una veste grafica curata e particolareggiata, piacevole sia nelle
scelte stilistiche sia nella qualità delle animazioni e dei disegni
attraverso i quali ci vengono presentati anche i sindaci; questi ultimi
rappresentano un'altra meccanica interessante, che ci mette a
disposizione unità particolari o bonus una volta che la nostra colonia
raggiunge determinate quote di popolazione
Pur godibile, lo strategico di Numantian Games è ancora in fase
embrionale ed è destinato ad affrontare cambiamenti che speriamo
includano qualche nuova unità intermedia e magari un editor, strumento
capace di compensare la mancanza di dinamiche multiplayer e di estendere
la speranza di vita di They Are Billions. Inoltre ci aspettiamo di
vedere continue rifiniture al codice, sebbene l'ottimizzazione del
motore sviluppato internamente appaia già piuttosto buona e non solo dal
punto di vista delle prestazioni. Qualche glitch infatti lo
abbiamo notato, così come qualche exploit legato all'IA, ma non abbiamo
riscontrato bug in grado di compromettere l'esperienza e questo anche
grazie all'efficienza di un supporto che garantisce update continui.
E lo è nonostante il team sia al lavoro sulla campagna che dovrebbe
arrivare nel 2018 e promette mappe realizzate a mano, personaggi non
giocanti e una vera e propria storia capace di esaltare ulteriormente la
già ottima atmosfera. Non a caso, intrigati da uno strategico che conta
già parecchi fan, la aspettiamo con trepidazione, pregustando un lavoro
di citazioni e battute ironiche che già si intravede nelle pur poche
righe di testo incluse nella versione attuale. Nel frattempo ci godiamo
la componente survival che può non piacere a tutti, anche a causa della
curva di apprendimento che risulta tutt'altro che immediata, nonostante
le meccaniche molto intuitive e la più che valida interfaccia grafica.
Ma proprio per questo rappresenta un ottimo allenamento strategico e può
regalare grosse soddisfazioni, anche solo squisitamente visive, quando
riusciamo a spazzare via l'impegnativa orda finale. Tra l'altro, come
ciliegina finale, They Are Billions viene attualmente venduto a un
prezzo decisamente abbordabile ed è bene tenere conto del fatto che
diventerà più costoso, speriamo non eccessivamente, quando la componente
narrativa sarà finalmente disponibile.