Un’apocalisse zombie, una città derelitta e un manipolo di superstiti che lotta per la sopravvivenza. Questo lo sfondo di Dead of Winter: A Crossroads Game, gioco da tavolo di Raven Distribution
che si sta dimostando uno dei titoli più appetibili di questa stagione.
Gli ingredienti del successo sono tanti a partire dalla forte somiglianza con The Walking Dead.
Zombi e morti qui non sono fini a se stessi ma fanno da contorno a
un’avventura che offre una ricca dose di narrazione, una forte
attenzione al lato umano della catastrofe e un coinvolgimento emotivo
che esce fuori dalla plancia facendoci immedesimare nei personaggi.
Proprio come accade sullo schermo, insomma.
In DoW, come lo chiamano gli amici, da due a cinque giocatori guidano una squadra di superstiti,
ognuno con delle caratteristiche proprie e un’abilità speciale. C’è chi
cerca più oggetti degli altri, chi uccide di più, chi cura le ferite.
Il lato d’azione, ovvero la possibilità di cercare armi ed
equipaggiamenti, uccidere zombie o altri superstiti e muoversi nelle
diverse locazioni della plancia si accompagna a quello narrativo, che
rende più profonda e umana l’esperienza.
Il vero cuore del gioco infatti sono le carte Crossroads.
Se ne pesca una prima del turno di un giocatore e se ci sono le
condizioni per farlo la si legge. Un breve testo descrive la scena che
stiamo vivendo e poi pone il giocatore o tutti i partecipanti davanti a
delle scelte che coinvolgono una certa dose di umanità. Salvare un
vecchietto accollandosi un fardello in più da sfamare o lasciarlo in
strada a perire? Vogliamo davvero un superstite in più nella nostra
squadra in cambio di un bambino indifeso che peserà su
tutti gli altri giocatori? Rispondere spesso è difficile ma attenzione:
oltre il lato umano c’è anche quello strategico. Dead of Winter non è certo buonista.
Gli obiettivi di gioco innanzitutto sono due, quello comune e quello
personale, spesso in contraddizione tra loro. Siamo quindi costretti a bilanciare continuamente le nostre mosse, a volte si collabora con gli altri giocatori, altre si trama contro di loro. Come in ogni apocalisse che si rispetti, ci si aiuta finché fa comodo
per poi voltare le spalle a tutti. L’importante però è non esagerare.
Chi gioca troppo per i fatti propri o contro gli altri può anche essere
esiliato dalla colonia, meglio quindi andarci con i piedi di piombo. La
possibilità che qualcuno possa impersonare un traditore mette ancora più pepe al gioco, facendo calare una cortina di sospetto che evita l’allentarsi della tensione.
Tirando le somme possiamo dire che in un panorama ludico zombesco
sempre più affollato e che pesca a piene mani da cinema e serie TV (vedi
Pints of blood, Zombicide e Prison Outbreak), questo Dead of Winter ha il merito di svettare per originalità. Il regolamento dettagliato e lineare non lascia spazio a dubbi (puoi leggerlo qui) mentre le meccaniche sono alla portata di neofita. Non sarà difficile trovare compagni di gioco basta però non esagerare: meglio quattro persone che cinque per ridurre i tempi di attesa tra un turno e l’altro mentre in due si può adottare la variante
ideata da uno dei due autori. La possibilità di scegliere obiettivi
brevi, medi o lunghi permette di regolare la durata tra 45 e 200 minuti
adattandola alle nostre esigenze mentre i due livelli di difficoltà
garantiscono una rigiocabilità che non fa rimpiangere i 59,90 euro spesi
per l’acquisto.
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